
L’associazione Sas Janas, con il sostegno dell’assessorato comunale alla Pubblica istruzione guidato da Sabrina Serra, ha appena concluso una nuova edizione del progetto “Bevi meno, meglio e responsabilmente”. In tutto sono stati coinvolti 150 studenti dell’istituto tecnico Panedda e del Polo universitario di Olbia.
L’obiettivo è stato quello di promuovere il consumo consapevole e moderato del vino, bevanda capace di raccontare la storia e la cultura di ogni territorio e che rappresenta ormai anche un elemento fondamentale del settore turistico. “Spesso però il vino viene indicato come capro espiatorio e considerato alla stessa stregua di qualunque altra sostanza alcolica, anche la più banale – afferma Claudia Pirina, presidente di Sas Janas -. Invece per proteggere i ragazzi dallo smodato consumo di alcol è necessaria una informazione corretta ed efficace. Il problema non si risolve certo con il divieto del consumo delle bevande alcoliche”.
L’associazione Sas Janas ha messo in campo una serie di attività come degustazioni, incontri e dibattiti incentrati sulla storia del vino, sulla qualità del prodotto, sul legame con il territorio e sull’enoturismo. Gli studenti dell’istituto Panedda e dell’università di Olbia hanno potuto incontrare direttamente i produttori di vino e visitare anche alcune cantine del territorio.
Durante il progetto, curato nei dettagli dal sommelier Antonello Mariotti, sono stati coinvolti l’assessorato comunale alle Politiche giovanili e la polizia locale, per sensibilizzare i ragazzi alla guida sicura e responsabile.
“Ringraziamo l’assessore Sabrina Serra, la polizia locale con Ettore Marcucci e Manuela Lullia e il loro comandante Giovanni Mannoni – commenta la presidente di Sas Janas, Claudia Pirina -. E naturalmente il polo universitario di Olbia con le docenti Maria Giovanna Brandano e Silvia Battino, l’istituto Panedda con il dirigente Gianni Mutzu e i suoi collaboratori, tutti gli studenti che hanno preso parte al progetto, la Cantina Murales di Piero Canopoli, la Cantina Tanca Raina dei fratelli Cau, la Cantina Tamponi e il personale del museo del sughero di Calangianus”.