
Il rischio pioggia ha cambiato i piani e il concerto, che doveva essere sulla terrazza del Museo Archeologico, si è spostato all’interno. Poco male: la sala convegni è stata letteralmente presa d’assalto, come poche altre volte. Il protagonista era Marino De Rosas, chitarrista made in domo che col suo trio e alcuni ospiti speciali ha raccontato in musica la sua Sardegna, la Gallura, mescolandola a sonorità di respiro internazionale.
L’evento, organizzato dal Mota Music Fest e col patrocinio dell’amministrazione comunale, è stato aperto da Mauro Mibelli, altro virtuoso delle sei corde. Dopodiché la scena se l’è presa lui, Marino De Rosas, che non si è per niente risparmiato con la sua immancabile chitarra classica. Ad accompagnarlo c’erano Paolo Zuddas alle percussioni e Barbara Magnoni alla voce. Con quest’ultima ha tra l’altro omaggiato Andrea Parodi con un medley che De Rosas era solito proporre assieme all’ex Tazenda, partendo dalla strumentale “Meridies” per poi arrivare a “Creuza de mä”. Di sicuro tra i momenti più alti della serata.
Il tono del concerto ha oscillato tra momenti toccanti, come quando sul palco è salito Francesco Pilu, ed altri di grande festa, come in occasione di “Ventu d’agliola”, accompagnato dai danzatori di Scottis Gruppo Folk Olbiese. In mezzo tanti brani del chitarrista, tratti per lo più da “Meridies” (1999) e “Femina ‘e mare” (2007). Centinaia le persone accorse al museo per uno dei musicisti più validi del territorio, Marino De Rosas, che ha saputo offrire un grande spettacolo tra musica e Sardegna – ma con tanto di tributo finale a Beatles e Rolling Stones.