
“La vicenda Air Italy diventa ogni giorno di più grottesca – dichiara in una nota il consigliere regione del PD, Giuseppe Meloni -. Al tavolo convocato ieri al Ministero dei Trasporti (non più al Mise perché Di Maio non ha evidentemente la volontà di occuparsi di questa vertenza) non si è deciso nulla se non un goffo e grave tentativo di dividere il fronte dei lavoratori per i quali è già previsto il trasferimento. Tattica aziendale che, stavolta, ha un complice d’eccezione: il Governo.
“Ecco per quale motivo la Regione Sardegna e i rappresentanti sindacali sono stati tenuti fuori da questo tavolo – sottolinea Meloni -, un fatto gravissimo che è reso ancora più grave dalle risultanze dell’incontro.
Io non chiamo in causa unicamente l’on. Nardo Marino, sarebbe troppo facile buttare la croce solo sulle sue spalle, che sono probabilmente troppo fragili. Mi chiedo che fine abbia fatto l’on. Christian Solinas, già (mai rimpianto) assessore regionale dei trasporti che il 4 marzo scorso è stato votato in tutta la Sardegna ed eletto Senatore.
Ricordiamo tutti la campagna elettorale senza risparmio alcuno (nemmeno economico) nella quale il suo faccione e quello del Ministro Salvini giravano affiancati per tutta l’isola col motto “Prima i Sardi”. Ora è necessario che il vice capogruppo della Lega Psd’Az, nonché possibile candidato alla presidenza della Regione, batta un colpo e faccia valere le ragioni dei Sardi. Intervenga presso il governo e convinca Salvini a cedere sulla vecchia e mai sopita idea della Lega di trasferire la base di Meridiana prima e ora di Air Italy nella sua Lombardia.
Lo faccia presto, lo faccia subito, perché il 1° ottobre è domani ed è necessaria una moratoria per evitare che nemmeno uno dei 51 lavoratori della sede di Olbia debba fare le valige per Malpensa.
È, infine, – conclude Meloni – impossibile non rilevare come si sia passati in poco tempo da un Ministro (Delrio) che incontrava lavoratori e i sindacati ad Olbia a Ministri di un Governo che nemmeno li convoca a Roma, ma riceve i vertici aziendali con figure di secondo piano, con l’azienda che a quel punto non ha problemi a proseguire senza grossi ostacoli nel diabolico progetto di trasferire la sede in Padania.