
Niente e nessuno sembra in grado di bloccare o almeno sospendere la procedura di liquidazione collettiva avviata dai “terminator” di Air Italy Enrico Laghi e Franco Lagro. Persino la drammatica situazione del Coronavirus che sta creando rinvii a raffica in tutto il Paese non scalfisce i programmi aziendali che vanno avanti con la delicatezza di un rullo compressore.
Nella sola giornata di ieri, infatti, i dipendenti sono stati informati della convocazione delle organizzazioni sindacali, con una nota a firma del responsabile delle relazioni industriali, Antonio Cuccuini, per il girono 12 marzo alle ore 14:00 presso l’Hotel Hilton di Roma Aeroporto a Fiumicino.
Ovviamente, la risposta dei rappresentati dei dipendenti è stata immediata, oltre che ragionevole: “…in considerazione della oggettiva difficile situazione sanitaria, sociale e logistica nel Paese, anche in relazione alla richiesta di incontro previsto per il giorno 12 marzo, si richiede la sospensione immediata della procedura di licenziamento collettivo attuata da Air Italy”.
Ma poco più tardi l’azienda, anziché rispondere alla richiesta di sospensione, ha inviato un’alta nota: “…in considerazione alla situazione di contagio da coronavirus, l’incontro di procedura sarà organizzato con modalità in remoto in teleconferenza, agli stessi orari. Al fine di poter organizzare e predisporre i canali di connessione necessari, vi chiediamo di comunicarci a stretto giro i partecipanti per ciascuna delle organizzazioni in indirizzo”.
Ciononostante, malgrado tutto, la speranza di un ravvedimento da parte della Compagnia è sempre possibile anche se in pochi, e sempre meno, ci credono.