
Il PD propone la legge, il PD la uccide! La schizofrenica giornata cagliaritana di un consiglio regionale allo sbando giunto al capolinea è sintesi di una semina di veleni oggettivamente antigalluresi. Altro che vittimismo.
NO ALLA PROVINCIA MALGRADO IL SI DI PIGLIARU: I Consiglieri galluresi hanno fatto di tutto per salvare il salvabile. Hanno pure scritto un emendamento con il quale accettavano di indire il referendum sulla Provincia giusto per tenere accesa una fiammella di speranza. Lo stesso governatore Francesco Pigliaru aveva persino concordato la data per le consultazioni galluresi: “A me va benissimo entro il 30 giungo” aveva detto in una leale riunione informale con i consiglieri e i sindaci galluresi giunti dal mattino nel capoluogo. Tanto di cappello a Pigliaru che ha sempre riconosciuto il valore e la giustezza della causa del Nord Est. Ma non è bastato contro l’esercito di Ganau.
I GALLURESI: Meloni (PD), Fasolino (FI), Zanchetta (UPC), Satta (PSd’Az) e anche gli assessori Careddu (PD) e Caria (PD) si sono battuti in tutti i modi. Ma non è bastato. Tutto questo perchè? Semplice: l’affossamento della legge era già stata combinata nelle stanze del gruppo del Partito Democratico. Nessun emendamento avrebbe mai potuto distrarre gli aguzzini del PD dal perseguire il piano Ganau.
LE DUE FACCE DI CARTONE: Sabatini (PD) indossa la faccia di cartone quanto dice che “Non è vero che non abbiamo fatto nulla. C’è un disegno di legge con proposte specifiche per tutti i territori e non solo della Gallura”. Una indegna bugia smascherata proprio dal suo collega Giuseppe Meloni (PD) che gli sventola davanti a quella faccia la data della sua mozione: 3 ottobre 2018. “Esattamente una settimana prima del passaggio in consiglio della legge sull’istituzione della Provincia del Nord Est”. Altro che lungo lavoro.
L’altra faccia di cartone la indossa il capogruppo del PD più elegante dell’intero Consiglio, Pietro Cocco che a microfoni aperti sputa un’altra colossale bugia quando dice che “i cittadini vadano a dire la loro così come era stato fatto nel precedente referendum che spazzava via le nuove province e manteneva le quattro storiche”. Peccato che invece il Referendum le spazzava via tutte le province, nuove e vecchie. E poi lui, è legittimo chiedersi dove fosse quando il Consiglio ha approvato i due enti intermedi: quella insignificante Provincia del Sud e l’Area Metropolitana di Cagliari. Quelli sì e senza referendum, e la Gallura No. Ma per favore. Non basta dire balle a microfoni aperti per trasformarle in verità. I galluresi le riconoscono e le sanno distinguere dalla verità oggettiva.
FINALE HORROR: E che dire dell’assurdo finale degno epilogo di un Consiglio da dimenticare, si spera, per sempre? L’ex sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, vero artefice dell’affossamento premeditato della legge sulla Provincia Gallura proposta dal suo collega Giuseppe Meloni, sbatte fuori pubblico e l’unico giornalista presente nella tribuna separata nettamente e ben distinta dall’area dei visitatori. Tutti fuori e seduta sospesa. Ma quando mai si sbatte fuori la stampa? Il pubblico infastidisce? Manda fuori il pubblico che c’entra il giornalista? A meno che Ganau non volesse evitare riprese o testimonianze scomode, non ci viene in mente nessun altro motivo. Da precisare che una parte del pubblico gallurese ha gridato un “Buuuh” dopo che ha visto tre consiglieri del PD tra cui proprio Cocco e Sabatini, sempre loro, alzarsi per non votare. La bagarre è cominciata in quell’istante.
EFEBI ED EUNUCHI: Che tristezza questa politica regionale così distante da Olbia. Tutti pronti a dire che la Gallura merita l’autodeterminazione salvo poi scappare in fase di votazione per far mancare il numero legale. Comportamento efebo oltre che vigliacco. Nessuno ha avuto il coraggio di dire apertamente No alla Gallura, ma tolti i Galluresi, la destra di minoranza, Giorgio Oppi e qualche mosca bianca della maggioranza, nel silenzio di un Consiglio in smobilitazione, tutti gli altri (escluso Pigliaru) hanno predicato bene e razzolato male, anzi malissimo.
CAMPAGNA IN SALITA: Difficilmente i galluresi dimenticheranno questa brutta pagina della politica della gelosia del PD cagliaritano che ha voluto scientemente bastonare il gallurese Giuseppe Meloni, temuto in quanto forte al punto da insidiare il posto di consigliere alle elezioni del 24 febbraio proprio ai colleghi Cagliaritani. Un bel trabocchetto per l’ex sindaco di Loiri e per l’assessore Pierluigi Caria, entrambi candidati, che avranno non poche difficoltà a spiegare in campagna elettorale che non loro ma gli altri del PD hanno ammazzo la Provincia.
C’E’ ANCHE UN AZZURRO. Così come i Galluresi non dimenticheranno neanche gli emendamenti per tirare la volata all’aera metropolitana (impossibile) di Sassari proposti dal forzista algherese Marco Tedde.
STIPENDIO IN REGALO: Ultima riflessione riguarda i corposi stipendi dei Consiglieri regionali. Con la seduta di oggi il Consiglio smonta le tende ma i sardi regaleranno un’ultima mensilità ai 60 consiglieri di via Roma anche se nessuno si vedrà più a Cagliari. Oggi smontano e anche se sono pagati fino al 24 febbraio di fatto si ritroveranno un mese di paga senza aver lavorato. Buone vacanze e che il velo di tristezza copra le poltrone del Consiglio guidato dal suo presidente Gianfranco Ganau.