
Applausi e risate hanno accompagnato il film “Abbi fede” di Giorgio Pasotti (intervista in fondo all’articolo) trasmesso ieri sera 18 settembre nella seconda serata dell’Olbia Film Network.
Claudio Amendola (Adamo) recita in un ruolo molto lontano dalle sue idee politiche, immedesimandosi in un corpulento neofascista catapultato nella realtà del fin troppo ottimista prete Ivan, interpretato dallo stesso Pasotti.
“Abbi fede è ispirato al film danese ‘Le mele di Adamo’ del 2005 e ci parla degli estremismi politici – le parole di Pasotti, che prima della proiezione ha ricevuto il premio “Opere prime e seconde” -. In quegli anni rappresentava bene la società scandinava e adesso, dopo 15 anni, anche in Italia è diventata una questione di attualità.”
Pasotti ha poi descritto il passaggio da attore a regista: “È estremamente più difficile e faticoso mettersi dietro ad una macchina da presa. I miei nuovi progetti dovrebbero partire all’inizio del 2021, è necessario ripartire e riprendere le produzioni per sostenere l’intera filiera dello spettacolo.”
Nel film sei regista, sceneggiatore e attore. C’è un ruolo che preferisci?
In realtà sono ruoli completamente diversi. Però, un lavoro che ho imparato a conoscere e che mi affascina tantissimo è quello della scrittura perché è un momento in cui ti immagini una storia e vedi davanti a te un foglio bianco, uno schermo bianco e inizi scrivendo, quello che è un tuo pensiero, una tua suggestione. Quindi è una sorta di miracolo che si compie dando vita e parole a un’idea, a un concetto, a un fatto che tu hai pensato, vissuto, sognato. Per cui il momento della scrittura è un momento secondo me magico che ho imparato a conoscere e a sviluppare. Considero la sceneggiatura come le fondamenta, le basi di una storia: se la sceneggiatura funziona, il film funzionerà. Viceversa, se la sceneggiatura non funziona, il film non funzionerà e rimarrà un film mediocre , anche utilizzando i più grandi attori del mondo. La sceneggiatura ha un peso fondamentale e importantissimo nel processo di costruzione di un film.
Ci racconti chi è Adamo e perché hai scelto Claudio Amendola per questo ruolo?
Adamo è un picchiatore di estrema destra, di borgata, che proviene dal litorale romano. Deve scontare una parte della pena prima della libertà in una comunità gestita da un prete, una sorta di don Mazzi dell’Alto Adige. Qui incontrerà altri due ospiti: un terrorista islamico e un cleptomane alcolizzato ex sciatore. Insomma, una banda di matti che abita la comunità gestita da un prete che è solo apparentemente una guida spirituale ma che, al contrario, si dimostra il più matto dei matti. È un film che ha dei tratti grotteschi ma un’ironia del tutto intelligente perché tratta temi profondi come quelli citati. Si tratta di un remake del film danese ‘Le mele di Adamo’, film del quale mi innamorai nel 2005 proprio per la sua intelligenza.
La scelta di Claudio Amendola è stata una prima scelta, ho pensato sempre a lui scrivendo il film. Sapevo che il talento consolidato di Claudio sarebbe servito a un personaggio che parla poco ma con una presenza scenica fortissima. Tutti sanno il pensiero politico di Claudio, quindi non ero assolutamente certo che accettasse. Invece, ha letto la sceneggiatura il pomeriggio e la mattina dopo mi ha chiamato accettando di prendere parte a un film che lui stesso definisce ‘coraggioso’, ‘da folli’, e mi ha detto: ‘Ma io voglio fare questo personaggio!’. Ho avuto la fortuna di pensare a un attore che poi ha detto sì. È stato tutto più semplice”.
(Intervista di Silvia Orrù)
L’Olbia Film Network non si ferma e stasera 19 settembre verrà proiettato “Il grande salto” di Giorgio Tirabassi, purtroppo assente a causa di un sopraggiunto problema di salute.