
Lontane le folle dei tempi pre-covid, si è svolto nella chiesa di San Paolo apostolo, davanti al rigido numero contingentato di cento persone, il rito popolare de S’Iscravamentu (letterale: lo schiodamento) di Cristo in croce. Su speciale concessione di mons. Sebastiano Sanguinetti (Vescovo di Ampurias, ex diocesi di Civita) l’evento clou della Settimana Santa olbiese è stato trasmesso in diretta streaming da Olbianova.
Il parroco della chiesa primaziale, don Gianni Satta ha voluto al suo fianco il fratello, don Raimondo Satta, parroco della Stella Maris di Porto Cervo. Come da tradizione introdotta da don Gianni, si è rinnovato il dramma della Passione di nostro Signore in lingua sarda.
Per l’occasione, don Raimondo Satta, su un manoscritto in lingua gallurese datato 1887, per la prima volta emerso dagli archivi, ha rievocato i passaggi della crocifissione e della deposizione di Cristo nella splendida lingua parlata a Olbia e nel territorio del Nord Est dell’Isola. Uno straordinario frammento di cultura olbiese portato all’attenzione popolare grazie a un lavoro di ricerca certosina di don Raimondo Satta, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose Euromediterraneo.
Come sempre, i colpi di martello sulla croce, l’estrazione degli strumenti della Passione dal Cristo ligneo, la discesa simbolica del corpo del figlio di Dio senza vita messi in scena da “sos regulaios” della Confraternita della Santa Croce, hanno emozionato il pubblico in chiesa e nelle case.
La rievocazione è stata contrappuntata dai canti in sardo rivisitati del Coro Olbia Folk Ensamble diretto da Cristian Deriu.
Di seguito il link per rivedere “S’iscravamentu” in diretta Facebook