
Sale sul palco quando l’eclissi è ormai totale e si toglie la chitarra da dosso solo verso mezzanotte e mezza (fosse stato per lui sarebbe andato avanti tutta la notte), proprio quando la luna torna bianca e luminosa. Omar Pedrini è stato l’assoluto protagonista ieri nella piazza Garibaldi a Porto San Paolo.
I problemi fisici che negli anni passati hanno costretto l’ex chitarrista dei Timoria ad allontanarsi più volte dalla musica, adesso, sembrano un lontano ricordo. E così Omar Pedrini festeggia invece alla grande i venticinque anni di carriera col suo tour “Dai Timoria ad oggi”. Una divertente coincidenza: proprio ieri sera, mentre lui suonava a Porto San Paolo, nello stesso momento l’ex compagno di band, Francesco Renga, era di scena a Cagliari.
Omar Pedrini sul palco chiacchiera molto con il pubblico tra una canzone e l’altra, è sempre carico e la musica di alto livello. Il concerto parte in acustico e prosegue in elettrico, attraversa i suoi brani da solista, soprattutto dell’ultimo album “Come se non ci fosse un domani” (2017) e i grandi successi del fortunato periodo con i Timoria; “Verso Oriente”, “Senza vento”, “Sangue impazzito”, col quale chiude il concerto chiamando sul palco a cantare un suo fan, e ovviamente “Sole spento”, che tra bis e richieste dal pubblico arriva a suonare almeno tre volte. E per tre volte seguito da cori e applausi. “No, il Rock ‘n’ roll non è morto” dice Pedrini, parafrasando Neil Young che poi omaggia (“Hey hey my my”). Tributo – e con quella luna lì era quasi d’obbligo – anche ai Pink Floyd (“Shine on you crazy diamon”), e infine alla Premiata Forneria Marconi (“Impressioni di settembre”).
Con Porto San Paolo si chiude così la serie di tappe in Sardegna, che ha portato Omar Pedrini proprio una settimana fa ad Olbia assieme a Federico Scarioni in un reading per la rassegna della biblioteca simpliciana, e nei giorni scorsi a Mandas e Nuraminis.