
Meno olbiesi di quanto ci si poteva aspettare ma tutto sommato la giornata divisa in due momenti, il pomeriggio dedicato alla prevenzione e la sera alla memoria delle vittime del 18 novembre 2013, ha registrato una discreta partecipazione. La fiaccolata si è ripetuta nel silenzio e nella riflessione con il corteo che, partendo da via Aspromonte, ha attraversato le vie simbolo della devastazione di quattro anni fa. Al capolinea, in via Belgio nel punto in cui l’onda di piena ha inghiottito l’auto in cui c’erano Patrizia Corona e la figlioletta Morgana, i giovani organizzatori dalla manifestazione hanno eseguito alcune canzoni.
Nel pomeriggio in piazza Mercato i gruppi di Protezione Civile, coordinati dall’associazione Capo Ceraso, hanno messo in piedi “Io non rischio”, una interessante manifestazione indirizzata all’informazione e alla prevenzione in caso di alluvione. Sul palco, intervallati da momenti di musica, danza, sport e poesia, si sono succeduti numerosi interventi da parte di rappresentanti delle istituzioni e del volontariato.
Il responsabile regionale delle circa 170 associazioni di volontariato presenti in Sardegna, Sergio Carrus, ha parlato della sensibile crescita di consapevolezza da parte dei sardi sulle buone pratiche di Protezione Civile: “La prevenzione comincia dalla gente – ha detto Carrus -. Dopo gli incendi occorre che i sardi mettano in conto anche il pericolo di inondazioni. Seguire le buone pratiche di autotutela e adeguarle al grado di allerta lanciato dagli organi regionali e ribattuto dai media, è di fondamentale importanza. Dal prossimo anno nelle scuole di primo e secondo grado verranno introdotte unità didattiche su cosa fare prima, durante e dopo le calamità”. La manifestazione si è conclusa con il coinvolgente gospel del coro Muvin’on up diretto da Pina Muroni.