Come si fa a distruggere un’azienda di servizi con i bilanci in ordine e senza un euro di debiti? La Regione lo sa bene: basta chiudere il rubinetto dei finanziamenti. E’ quanto sta succedendo alla Multiss, la partecipata delle Province di Sassari e Olbia Tempio. Circa 167 dipendenti in tutto il Nord Sardegna si ritrovano, praticamente dall’indomani del referendum che di fatto ha cancellato gli enti intermedi, a combattere una guerra logorante con una sentenza già annunciata. Ora, è questa la novità che ha spinto i 21 dipendenti di Olbia alla nuova protesta, l’azienda chiede loro un ulteriore sacrificio: ridursi la metà dello stipendio di maggio o, in alternativa, tutti a casa subito.
In ogni caso c’è poco da scegliere. In fondo al tunnel della lunga protesta della Multiss non si vede la luce e il riordino degli Enti con la confusa e incerta none di Comuni, che dovrebbe sostituire le Province, è ancora lontano.
Questa mattina il rappresentante sindacale della CGIL, Giusi Pittalis, ha indetto una assemblea dalla quale dovrebbe uscire un documento unitario. “A prescindere dalle decisioni dei lavoratori, sulla richiesta di riduzione della paga di maggio, non escludiamo forme di protesta con Sit-in e dimostrazioni nei luoghi istituzionali – ha detto la Pittalis -. Si sta deliberatamentr interrompendo un servizio fondamentale per le scuole con i dirigenti che non sanno più a che Santo votarsi. E il tutto senza alcuna garanzia del salvataggio delle professionalità di tanti operai specializzati che non hanno idea di cosa riserverà loro il futuro. La Regione fa orecchie da mercante e decide di non decidere rimandando tutto continuamente. E’ inaccettabile”.