OLBIA. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio ha iscritto nel registro degli indagati l’autista del furgone che sabato scorso si era recato presso la Sailboard, in via Namibia. L’uomo, come gli stessi clienti che dovevano ritirare le vele, è di nazionalità spagnola, ha 31 anni, ed era presente al momento in cui Giancarlo Campus, 66 anni, titolare dell’azienda, stava caricando la merce con il muletto.
Forse una manovra affrettata o un movimento improvviso del furgone potrebbe aver provocato la fatale caduta di Campus, che si trovava sul camion col carrello elevatore. Al momento sono soltanto ipotesi ma la Procura vuole esaminare le posizioni dei mezzi al momento della tragedia. Sarà la Polizia di Stato a ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto il 14 settembre, intorno alle 19:30, nelle veleria, situata all’angolo tra via Namibia e via Corea. L’autista spagnolo è difeso dall’avocato Marco Pilia mentre la famiglia Campus ha nominato a sua difesa lo Studio Ballero e l’avvocato Marzio Altana.
Al momento sembra che la posizione del camion sia fondamentale per capire come sono andate realmente le cose. Quando gli agenti sono giunti sul posto, il furgone era stato appena spostato dall’ingresso, dove si trovava durante il carico delle vele, al cortile dell’azienda, per consentire ai medici dell’eliambulanza di soccorrere l’uomo travolto dal muletto.
Domani, giovedì 19 settembre, è atteso l’esito dell’autopsia. In un primo momento, la morte di Giancarlo Campus è stata certificata come trauma da schiacciamento ma l’esame autoptico fornirà ulteriori dettagli, al fine di ricostruire la dinamica dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro avvenuto a Olbia.