“Sì, caro Salmo hai detto delle cose vere e, anche se sei stato gentilmente generico, io mi identifico completamente in quello che tu hai detto e ti rispondo non solo per ringraziarti ma per chiederti se credi che si possa fare qualcosa di concreto per cambiare le cose, perché la realtà di questo paese schiaccia le cose belle e le idee interessanti”. Sono le parole di Morgan scritte in una lettera pubblicata dal giornalista Red Ronnie e indirizzata a Salmo.
Dopo le polemiche sul web riguardo quanto successo durante il concerto a Selinunte, dove l’eclettico musicista milanese aveva rivolto al pubblico insulti (anche omofobi) seguiti, la mattina dopo, dalle scuse, Salmo aveva pubblicato un post nel quale affermava che “La gente gode del disagio dell’artista. A nessuno frega della musica. Le persone ordinarie credono che gli artisti siano normali. Ordinati e composti nei propri scaffali, responsabili di dover dare il buon esempio ad una generazione figlia di genitori inadempienti. Nessuno divide la persona dal personaggio”.
A pochi giorni di distanza è arrivata la risposta di Morgan. Il musicista ha chiesto a Red Ronnie di pubblicare la sua lettera nella quale non ha risparmiato i giornalisti, che ha definito “ignoranti” perché non conoscono la sua storia e la musica in generale, e ha ringraziato l’artista olbiese per il suo coraggio.
“Mi hai colpito – ha scritto Morgan -, sei il solo tra i tuoi coetanei a cui ho sentito fare un ragionamento, che si possa condividere o no, ma è un ragionare, è un pensare con la tua testa. Ma non solo: è un dirlo. E questo è ancora più importante. Perché tutti gli altri tuoi coetanei, anche loro sono convinti di ragionare con la loro testa, a detta loro, si sentono dei rivoluzionari, dei dissidenti, e sono convinti di essere qualcuno e di essere importanti, ma hanno la testa nella sabbia e le uniche volte che la tirano fuori è per fare una qualche campagna retorica sul bullismo o su qualche fantasma della libertà. Ma è solo retorica, è tutta roba del sistema e anti sistema ma non c’è nessun vero coraggio, non c’è pensiero, ci sono pecore di un gregge”.
Una lettera aperta dove Morgan ha raccontato quelle che definisce le sue “miserie” e la sua frustrazione, la fatica per cercare costantemente di mantenere vivo l’entusiasmo artistico nonostante le batoste. “Una delle mie virtù – ha detto – è che ho lottato e fatto un sacco di cose nella cultura, per la cultura. Mi sono sbattuto e ho fatto attività culturale, cioè ho insegnato, ho scritto, ho pubblicato libri, ho intervistato filosofi, ho studiato, ho fatto progetti, ho comunicato, ho divulgato, ho avuto opinioni, ho preso parte, ho contribuito alla vita culturale di questo paese. Con una solitudine agghiacciante e intorno un vero deserto umano e una nazione che involve e pensa solo e soltanto ai soldi.
Ecco perché mi sei simpatico e ho trovato soprattutto nel tuo coraggio una forma di nobiltà, perché tutto quello che hai detto lo hai detto per me e non per un altro, e stante la mia figura e tutto quello che ti ho scritto anche qua, beh, la tua azione diventa ancora più eroica. Ora vediamo se sia io che te riusciremo a trasformare in azioni concrete le nostre belle e sane visioni, magari anche prima o poi assieme. Buona lotta amico”.