Il Consiglio Comunale convocato per oggi 19 maggio 2015 alle ore 16,30, mette all’ottavo punto dell’odg l’approvazione definitiva delle opere per la mitigazione del rischio idrogeologico: questo è indicativo di quanto a cuore stia ai nostri Amministratori il problema; o, forse, si tratta solo di sfinire eventuali osservatori in maniera che le decisioni siano prese in sicura solitudine?
Nel corso degli ultimi mesi, analizzando quanto detto dai singoli consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, nelle sedute dedicate all’argomento, quanto scritto da singoli cittadini, favorevoli e contrari al progetto, nonché quanto sostenuto, con documentazione esaustiva dai dal “Comitato per la Salvaguardia di Olbia”, mi sono fatto un’idea di cosa sia meglio per la Città di Olbia, optando decisamente per la soluzione dei canali scolmatori.
Questi consentirebbero, infatti, di lasciare quasi del tutto inalterata l’architettura della Città: il quasi è, ovviamente, riferito alla rimozione dei famosi “tappi” che non consento il regolare deflusso delle acque verso il mare. Non ho alcun dubbio che molti dei cittadini che hanno subito la devastazione dell’alluvione, infatti, preferirebbero di gran lunga il rischio (remoto, si parla di tempi di ritorno di oltre 100 anni!) alla certezza dello sconvolgimento della viabilità pubblica o, per esempio, alla rinuncia al loro tratto di giardino in prossimità dell’attuale canale.
Un canale, che viaggi per un opportuno tratto allo stesso livello e poi degradi sia verso il golfo di Cugnana che verso il Padrongianus, è la soluzione idraulica ideale. Il progetto in discussione presenta numerose criticità, sia per quanto riguarda l’allargamento dell’attuale canale, sia per quanto riguarda le cosiddetta vasche di laminazione, che altro non sono che delle dighe; sull’uno e sull’altro, se sarò ancora ospitato dalla testata, mi riservo di esprimere alcune considerazioni.
Ma il vero problema è: perché si discute di questo e di questo solo progetto?
Non meritava forse Olbia un concorso di idee aperto all’Italia, all’Europa e, perché no?, al Mondo intero?
Mi domando: cosa possono sapere di più di tutto il consesso internazionale il prof. Mancini e il dott. Tilocca?
Mi domando ancora: sono state rispettate le norme sia nazionali che europee, per quanto riguarda la trasparenza, la parità d’accesso, la libera concorrenza? Io credo proprio di no e non mi sentirei molto tranquillo al posto di chi ha ordito questa trama!
Un’ultima domanda: hanno valutato i consiglieri di maggioranza che potrebbero essere chiamati a rispondere di complicità (e non solo davanti ai Cittadini)?
Flavio G. Lai