OLBIA. Tra le sue 28 vittorie al volante ce n’è una che gli è rimasta dentro, quella del rally in Kenya nel 1988 quando con la sua Lancia Delta HF integrale “Safari” aveva fatto “mangiare polvere” agli altri piloti correndo più veloce di tutti.
È da qui che per il campione di rally Miki Biasion è nata l’esigenza di mettere nero su bianco un pezzo fondamentale della sua carriera. Il libro “Io e il Safari” è stato presentato nella biblioteca Simpliciana di Olbia.
“Parlare del rally dell’Africa era un desiderio che avevo da sempre – ha dichiarato Biasion ai nostri microfoni -. Il rally in Kenya è stata una delle mie più grandi soddisfazioni perché era una gara estremamente difficile e impegnativa che nessun italiano né il gruppo Fiat aveva mai vinto. Era stato fatto un grande lavoro di messa a punto delle auto di cui ero collaudatore”.
“Se i tuoi avversari vanno più forte di te devi accelerare di più e frenare di meno” scrive Biasion. Una frase dalla quale traspare la sua grande ambizione e la voglia costante di vittoria.
“Uno sportivo che pratica agonismo lo fa per essere più bravo degli altri – ha detto il campione -. Nessuno si è mai presentato a una manifestazione con l’intenzione di perdere o di arrivare secondo. Lo sport di agonismo è una prova con se stessi dove si mettono in discussione le proprie capacità e il lavoro fatto. La vittoria è la conferma di aver lavorato bene”.
Tra le gare che il pilota ricorda con maggiore affetto c’è il Rally Costa Smeralda. “Ero venuto a vederlo nel ’79, innamorato dell’Isola, della terra, delle strade. Finalmente nel 1983 l’ho vinto con la Lancia 037. È stata la gara che mi ha consacrato agli occhi del pubblico internazionale come un pilota di alto livello”.
Con Biasion ha dialogato Tommy Rossi che lo ha guidato nelle tappe dei ricordi più importanti legati al rally del Safari di 36 anni fa. Presente anche Edoardo Di Lauro dell’Aci Sassari.