OLBIA. Per fortuna il peggio è passato ma certe immagini difficilmente potrà dimenticarle. Antonio Addis, olbiese, 35 anni, ha vissuto in prima persona l’incubo dell’incendio che ha colpito Los Angeles, città in cui vive e lavora da diversi anni come ingegnere del California Institute of Technology (Caltech).
“Il momento critico è stato martedì sera quando il fuoco è partito – racconta -. C’era un vento fortissimo fin dalla mattina. Verso le 18:30 ho sentito odore di fumo, mi sono affacciato alla finestra e ho visto le fiamme in lontananza. L’incendio è partito dalla zona in cui abito. In tanti hanno perso le proprie abitazioni. Nella mia via nessuna casa è stata colpita ma in quella accanto quattro abitazioni sono andate distrutte”.
Il rogo si è poi spostato nelle parti di Pasadena e Altadena, dove sono stati registrati i danni maggiori. “All’inizio mi sono spaventato perché non me lo aspettavo, soprattutto così vicino, ma non mi sono fatto prendere dal panico. Alla fine da sardo so bene cosa significa vivere in un posto di incendi. Qui è come in Sardegna: la vegetazione della California del sud è molto simile, con ulivi, querce e macchia bassa, e piove pochissimo”.
Il fumo alto, attimi concitati e poi il momento di lasciare l’appartamento grazie a una notifica inviata sul cellulare. “Mi sono accorto che il vento soffiava in direzione opposta alla mia casa, ho preparato uno zaino con indumenti di emergenza e quando ho ricevuto l’avviso sono andato via. Da quella sera ho dormito in albergo – dice Antonio Addis -. Dopo diversi giorni, ieri sono finalmente rientrato a casa. Mi trovo nella zona di evacuazione a livello “intermedio” e non c’è un ordine restrittivo di lasciare le abitazioni. Il peggio qui sembra essere passato. Solo aria pesante e tanti brutti ricordi”.