Chi lo conosce bene è pronto a scommettere che Gianni Giovannelli non riuscirà a stare lontano delle prossime elezioni amministrative. Una sua candidatura in prima persona, in effetti, la possiamo eliminare soprattutto sulla scorta di decine di dichiarazioni in cui il sindaco di Olbia ha sempre escluso un suo coinvolgimento diretto. E’ altrettanto vero, però, che Giovannelli non ha mai dichiarato che uscirà completamente dalla politica. Una cosa è “Non mi candido”, altro è “Non voglio saperne di politica”, e questo non lo ha mai detto. Giovannone ha parlato di un futuro con il cane al guinzaglio a passaggio per il parco Fausto Noce ma questo non gli impedirebbe di continuare a seguire la vera passione della sua vita: la politica. Ed ecco che qualcuno comincia a prefigurare una nuova avventura politica di Gianni Giovannelli come direttore di orchestra ad organizzare una nuova lista civica sulla quale starebbe cominciando a lavorare. Una lista collocata dove? Ma è ovvio: a sinistra, naturalmente.
Facciamo come i RIS ed esaminiamo il suo DNA. Il primo amore di Giovannelli è stata certamente la destra. Un lungo flirt che lo ha visto anche coordinatore cittadino di quella ventata di freschezza chiamata Forza Italia a cui non seppe resistere e che conquistò la città con torri e merli preparati per re Nizzi VII. E venne il tempo della battaglia epica in cui Gianni Giovannelli ebbe tutti a favore contro quel Gian Paolo Nuvoli che lo fecce rotolare fuori dal Consiglio regionale dopo soli cinque mesi di appassionata attività. Il mediatore, il moderato, il passista; la stampa ha sprecato aggettivi nei confronti della sua anima mite a dispetto del fisico come luogotenente dell’armata berlusconiana.
Eppure seppe sbattere la porta in faccia a Massidda che nel 2004 lo voleva a tutti i costi coordinatore provinciale. “Per accettare avrei voluto un progetto politico definito”, disse, progetto che evidentemente non c’era. Un primo sgarro in una fase in cui i successi avevano permesso a Forza Italia di riempire le poltrone delle amministrazioni locali all’insegna del “The winner takes it all” svuotando di fatto un partito mai veramente nato. Poi la prima corsa alla poltrona di primo cittadino e il primo trionfo. Candidato alle elezioni comunali il 28 maggio 2007 venne eletto con il 66,9% delle preferenze che gli valse una maggioranza granitica con 27 seggi contro meno della metà per l’opposizione.
Troppo successo, troppa autonomia per un Nizzi che tentò addirittura di piazzarsi fisicamente nell’ufficio adiacente a quello del sindaco. Proposta inaccettabile che restò segreta sino a poco tempo fa. Nizzi voleva stare in municipio a fianco alla sua creatura che, a suo dire, si fece rapidamente serpe in seno fino alle famose dichiarazioni in cui il monarca arrivò a chiedere scusa pubblicamente alla cittadinanza per aver indicato in Giovannelli il suo successore.
E’ il principio del suo calvario amministrativo fatto di cannonate e di scudi alzati fino a quando Giovannone si trovò a fronteggiare un fatto davanti al quale “l’ammutinamento del Bounty” poteva sembrare grave come perdere a “fala fala” con le figurine dei calciatori. Il 9 febbraio 2011, durante un consiglio comunale la maggioranza non si presentò, aprendo ufficialmente la crisi. Nel corso di una conferenza stampa immediatamente successiva, Giovannelli stracciò la sua tessera del partito e lanciò un pesante j’accuse sulla sua “difficoltà nell’amministrare il comune a causa delle ingerenze politiche che – a suo parere – avrebbero intaccato l’operato di alcuni dirigenti degli uffici” (Wikipedia).
Il resto è storia recente con Giovannelli che si prende la rivincita battendo tutti i record nazionali. E’ il primo sindaco eletto due volte di fila prima a destra e poi a sinistra. Altro che larghe intese. Gianni Giovannelli è stato capace si azzerare le spartizioni ideologiche anticipando di quasi un quinquennio “il partito della nazione”. Renzi, rispetto alle mosse strategiche del Giovannone, non è che un dilettante. Lui, decisamente prima del presidente del Consiglio, ha messo dentro tutti pur di battere la destra del monarca Nizzi VII di Terranova.
Per questo è difficile credere che un tale talento usato per il raggiungimento degli obiettivi, costruito con pazienza e astuzia, possa essere disperso tra l’erba del Fausto Noce insieme ai rilasci del suo cane. Attendiamo i prossimi passi. Di certo una lista con il Mazzarino Giovannelli dietro le quinte sarebbe un bel regalo per il PD di Gian Piero Scanu. Meditiamo gente, meditiamo.