E se dott. Rispo dicesse una volta per tutte la verità sull’apertura del Mater Olbia? San Gennaro, Santo venerato nella sua Napoli, ne sarebbe contento. Noi sardi e gli olbiesi in particolare, molto meno. Sarebbe una botta di dolore violento ma almeno ci saremmo tolti il dente. Invece adesso, sugli inevitabili ritardi per l’apertura del reparto di pediatria del Mater Olbia, sempre che si apra, si finirà per dare la colpa al signore degli asinelli Alfio Deiana che ha avuto la deprecabile presunzione di aver fatto valere un suo diritto sancito dal Tribunale di Tempio, a tenere i terreni che il Comune aveva già “regalato” al Fondo del Qatar per farci i parcheggi.
Perché, diciamola tutta, a 25 giorni dalla più volte strombazzata apertura dell’ospedale più atteso del secolo in Sardegna, avremmo già dovuto vedere circolare gli inviti per la sua l’inaugurazione. Invece, le uniche certezze sul Mater Olbia sono proprio le assenze: niente centrale termica, niente impianto definitivo dell’energia elettrica, niente depuratore, niente investimenti, insomma. Oltre alla recinzione e alcuni piccoli lavori nella hall, il Mater Olbia è ancora nudo come mamma Verzè l’ha fatto.
E se invece dott. Luigi Rispo fosse impossibilitato a dire come stanno davvero le cose? Ci sarebbero voci, assolutamente non confermate, che lo darebbero come non più nel ruolo di plenipotenziario del Fondo del Qatar (QFE). In passato da Olbianova gli abbiamo chiesto, invano, un suo intervento e ora ci riproviamo: una sua dichiarazione, caro dottore, metterebbe a tacere tutte le malelingue.
E se da una parte, finalmente, comincia ad emergere la vera strategia qatarina che punta ad un investimento complessivo formato dal trittico Meridiana, Costa Smeralda e Mater Olbia, dall’altra spunta anche un nuovo interessamento per un immenso campo da golf tra Monte Ruiu e Capo Figari nei terreni dei Tamponi in Comune di Golfo Aranci. Tante, troppe cose ma, di fatto, ancora non si è visto un dollaro!
Le uniche timide anticipazioni di cassa riguarderebbero esclusivamente il Bambin Gesù per i lavori nell’area del Mater Olbia attraverso la fondazione Luigi Maria Monti. Altro che “con i soldi nostri facciamo quello che ci pare” come aveva detto proprio Lugi Rispo nella conferenza in cui aveva annunciato l’indirizzo mail per inviare i curricula degli aspiranti dipendenti dell’ospedale.
Per questo, caro dott. Rispo, dica davvero come stanno le cose. Lo faccia proprio per quelle migliaia e migliaia di persone che avevano da subito gonfiato il petto del premier Renzi convinto che il numero dei curricula rappresentasse il successo dell’iniziativa e non la fame di un popolo allo sbando. Dica le cose come stanno per coloro che hanno pigiato il tasto di invio lanciando verso quell’indirizzo di posta elettronica bit di scrittura e gigabyte di speranza per un posto di lavoro dignitoso. E se non bastasse, lo faccia almeno per tutti coloro che sperano di evitare i viaggi della speranza oltre mare per curare se stessi o i propri congiunti. Dica se aprirà davvero e quando il Mater Olbia?