Cara Olbianova, inizio questa lettera con un nome: Angelo Falorni. Un nome del tutto sconosciuto dietro cui, però, c’è una storia che ora vi racconto e che si riallaccia alla inaugurazione del nuovo lungomare e del nuovo monumento ai caduti, dove questo nome non figura.
Tutti sanno del tragico bombardamento su Olbia avvenuto il 14 Maggio 1943, ma non tutti sanno che gli atti di morte delle numerose vittime civili furono stilati il giorno 17, presso l’ufficiale di stato civile, dopo che i corpo vennero ricomposti e pietosamente sepolti.
Tra quei corpi, straziati dalle macerie delle proprie mura domestiche crollate o dilaniati dalle bombe nelle vie e nei cortili del centro, c’era anche quello dello sfortunato Angelo Falorni, nato a Siena, di anni 37. Chi era costui? Ebbene era il fratello di mia nonna Quintina, e faceva il commerciante a Cagliari, dove risiedeva con la moglie e due figli;
e sempre a Cagliari vivevano altri due suoi fratelli e una sorella con le rispettive famiglie. Venne a Olbia qualche giorno prima del bombardamento, per sbrigare degli affari e per una pura sfortunatissima coincidenza gli cadde vicino una bomba che ne catapultò il corpo sulla terrazza di una casa in prossimità di piazza Crispi, all’angolo con via Regina Elena, più o meno dove fino a qualche tempo fa c’era la concessionaria Fiat.
Nell’atto di morte, rintracciabile nell’archivio comunale, risulta morto in Corso Umberto n. 19, ma altri testimoni mi raccontarono che il punto era quello.
Ad ogni modo le spoglie del povero Angelo riposano nella tomba di famiglia, posta nel vecchio cimitero di via Roma.
Nel ringraziarvi, ringrazio anticipatamente anche l’Autorità, che vorrà interessarsi del caso e provvedere ad aggiungere alla lista dei caduti anche questo nome dimenticato.
Carlo Troiani