Certo che se mr. Akbar Al-Baker non fosse amministratore delegato di Qatar Airways ma le sue funzioni fossero esclusivamente quelle politiche di segretario generale del Qatar National Tourism Council quanti conati gli provocherebbe una compagnia di volo che anzichè incentivare il turismo si ritrova a rimborsare biglietti nel ponte di Pasqua tra i più lunghi della storia?
Onestamente non lo immaginiamo con la testa nel water d’oro della sua residenza a Doha ma di certo la famiglia reale del Qatar non è molto interessata ai conflitti di interesse. Anche perchè i danni provocati dalla guerra tra la sua Air Italy e la nemica compagnia Alitalia che sta in piedi con i soldi dello stato italiano ricadono tutti sulla testa dei sardi.
E mentre Christian Solinas recita la parte passiva di un governatore sardoleghista che si trova al tavolo del sottosegretario Armando Siri (salviniano doc) indagato per corruzione, continua a far rimpiangere l’ex assessore Carlo Careddu capace di litigare con tutti in nome della sua olbiesità e di creare le condizioni perchè Air Italy sbattesse fuori dalla compagnia l’ex n°1 Marco Rigotti, noi siamo qui ad aspettare che tiri fuori un minimo di palle! Perchè, caro Solinas, ai galluresi non interessa avere quattro assessori nati tra Olbia e Tempio se cominci a creare le condizioni per smantellare la prima azienda economica della nostra terra. A Solinas i galluresi chiedono che faccia né più e né meno il proprio mestiere: tutelare la sua gente.
Si cancellano i voli? E chi se ne frega! Si mettono in ferie forzate i tre dipendenti olbiesi di un’azienda dell’indotto come “D-Nata” (notizia di oggi!) che si occupa dei pasti per il personale di bordo aggiungendo ulteriori tensioni non solo all’interno dell’azienda. E chi se ne frega!
Certo fa tenerezza ricordare la conferenza milanese di Al-Baker per la presentazione della nuova compagnia Air Italy che nelle parole voleva mangiarsi il mondo dei cieli a cominciare da Alitalia. “Puntiamo ad essere la compagnia n°1 in Italia in breve tempo” aveva detto. Potenza distruttiva del marketing che raramente si misura con la realtà fisica.
Parole al vento se dopo un anno la sua creatura europea rimborsa biglietti e minaccia di licenziare 550 dipendenti isolani. Parole al vento come quelle dell’ex simpatico ministro Toninelli che si è visto con il suo codazzo di lacchè solo durante l’ultima campagna elettorale per poi sparire come il suo amico intimo Di Battista troppo impegnato a far nulla lontano dall’Italia.
Tutti capaci di parole facili, basta pronunciarle. Peccato che almeno i giornalisti, quegli odiati “pennivendoli” soprattutto quando ricordano loro gli impegni presi, esistono. Noi sì che dobbiamo usare solo le parole: da Al-Baker a Solinas, da Siri a Toninelli, no. A loro sono chiesti fatti non cancellazioni.