Tutti ne parlano ma nessuno sembra voler affrontare l’argomento. Secondo me i titolari di ristoratori e pizzerie di Olbia sono tutti impazziti. E lo dico senza sconti e senza alcun timore di smentita. Vivo in questa città ma mi sposto per lavoro nelle grandi metropoli della Penisola ma in nessun posto il conto dei ristoranti, per non parlare delle pizzerie, è così salato come da noi. Nessuno si senta escluso. É un vero e proprio cartello mafioso.
Pochi giorni fa sono entrato nella pizzeria più famosa d’Italia a Napoli: da Sorbillo in via del Tribunali. Premesso che quella pizza potrebbe costare il triplo e lo pagherei volentieri vista la straordinaria qualità. Ebbene: eravamo in due, una pizza fantastica, con prodotti di primissima qualità e una birra tedesca a testa: totale 20 euro! Dico 20 euro al tavolo, in due.
“A Olbia – ho detto al cameriere che ci ha portato il conto – quella cifra la paghiamo a persona. Pensi che quando andiamo con la famiglia non paghiamo meno di 60 euro per una pizza che non si può neanche definire tale rispetto alla vostra”.
Stesso discorso per Roma e persino la “carissima” Milano. Ma il paragone non regge neanche se confrontiamo i nostri menù con quelli di Sassari e Cagliari dove, per altro, si mangia meglio.
Eppure basterebbe che almeno un locale di quelli importanti in città si tiri fuori dal cartello mafioso olbiese e applichi prezzi normali al pari delle altre città. Avrebbe la fila di clienti fuori dal ristorante e metterebbe in crisi tutti gli altri. Così si creerebbe il classico effetto domino. se vuoi lavorare ti adegui e la spetti di crederti Biffi.
Sempre che si abbia il coraggio di mettersi di traverso contro quest’andazzo che rovina le tasche degli olbiesi e porta aumenti persino dalle pizze al taglio fino ai Doner Kebab e persino i panini con salsiccia di San Simplicio per i quali da tempo occorre fare un mutuo se ci vai con la famiglia.
Riflettiamoci, organizziamo una giornata di sciopero del cliente. Un giorno senza andare in pizzeria tutti insieme per dire che vogliamo vivere in una città a vera dimensione d’uomo. Sarebbe un segnale importante.
Lettera firmata