LUOGOSANTO. Nel cuore della Gallura, dove il granito disegna panorami di straordinaria bellezza, si nasconde un tesoro che presto tornerà a brillare. La chiesa di San Trano a Luogosanto, piccolo gioiello architettonico che custodisce oltre otto secoli di storia francescana, beneficerà di un importante intervento di restauro finanziato con 150mila euro provenienti dai fondi del PNRR.
Il progetto rientra tra i 23 interventi per il “Restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale” presentati dalla diocesi di Tempio-Ampurias. Un’operazione che punta a restituire alla comunità e ai visitatori un patrimonio di inestimabile valore storico e spirituale, come sottolinea il sindaco Agostino Pirredda: “È un luogo significativo per la nostra comunità. Questo lavoro si aggiunge ad altri interventi dell’amministrazione comunale anche degli scorsi anni. Rappresenta devozione, spiritualità e affezione”.
“La storia di questo luogo è la storia del cuore – dichiara don Francesco Tamponi, direttore dell’Ufficio Beni culturali e Ecclesiastici della Diocesi -. Nel IV-V secolo in questo luogo fu eretto un eremo e i santi Nicola e Trano vissero qui in pienezza, nel silenzio e nella contemplazione, il Vangelo di Gesù”. Secondo la tradizione, il sito fu riscoperto nei primi decenni del 1200 da due frati francescani che, guidati da una visione della Madonna ricevuta a Gerusalemme, recuperarono i corpi degli eremiti dando inizio alla “lunga storia della fede gallurese”.
I lavori, affidati all’architetto Antonello Spano e condotti dalla ditta Gianfranco Fanti, dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2025. L’intervento mira a rendere fruibile il santuario ai numerosi pellegrini e visitatori che raggiungono questo angolo di Gallura, preservando al contempo “l’estetica gallurese, la semplicità e l’austerità” che caratterizzano il sito, come spiega don Francesco Tamponi.
Il progetto è stato realizzato grazie al lavoro dell’ufficio diocesano per i beni culturali di cui fanno parte Antonio Quidacciolo e Salvatore Bicchieri, con il contributo fotografico di Salvatore Denau. Un impegno che testimonia quella che il direttore dell’Ufficio Beni Culturali definisce “la volontà di mantenere una memoria non volta al passato ma che possa fiorire nel futuro con lo sviluppo della fede e della cultura”.
Tuttavia, don Tamponi non nasconde le difficoltà burocratiche che hanno caratterizzato l’iter: “Non abbiamo ancora terminato con la terribile burocrazia che a partire dall’Europa attraverso lo Stato Italiano fino alla Regione Sardegna uccide qualsiasi fantasia. La burocrazia sta diventando sempre più ossessiva”.
Il restauro di San Trano rappresenta un tassello importante nella valorizzazione del patrimonio religioso gallurese, restituendo alla comunità un luogo che da secoli costituisce il cuore spirituale di questo territorio.