
Egregio Assessore Maninchedda, in riferimento al suo articolo di oggi 11 novembre riguardante la richiesta al Governo di poteri straordinari “per mettere rapidamente in sicurezza Olbia”, vorrei farle osservare quanto segue.
Forse né Lei né il Presidente Pigliaru avete piena nozione di cosa è già successo ad Olbia: i poteri straordinari, pur sapendo di non potersene autonomamente investire, se li sono già presi! Infatti, con quella presunzione, nell’affidamento dell’incarico di progettazione hanno violato ripetutamente la norma (frazionamento artificioso del progetto, separazione della relazione geologica, affidamento diretto ad personam invece che invito esteso ad “almeno cinque operatori economici”) ma ancora non è stata messa una sola pietra (qualcuna, anzi, è stata levata! – leggi ponte di Isticcadeddu, ma non solo, visto che le demolizioni, probabilmente non necessarie con la soluzione dei canali scolmatori esterni, stanno, invece, diventando una moda).
Riguardo alla pretesa “emergenza” circa il rischio idrogeologico, la Città lo è da sempre (basti ricordare quanto riportato nell’articolo eloquente di Sandro Roggio sulla Nuova Sardegna del 11/10/2015, circa la mappa redatta nel 1739 da un tale ingegner Craveri!)
Che si cerchi di istituzionalizzare, cristallizzare lo stato emergenziale da parte degli Amministratori regionali è forse perché chi di competenza ha mostrato, finalmente, di volerci vedere chiaro?
Assessore, non abbia fretta, proprio ora, perché questo comportamento potrebbe essere sospetto.
Se le cose fossero state fatte bene, per tempo, come Le era stato suggerito da più parti, saremmo stati molto più avanti e non saremmo andati incontro a malumori, incomprensioni, ricorsi e quant’altro, ancora, ci aspetta, se non si cambierà rotta!
Non crediamo, comunque, che si possano superare, con poteri straordinari:
- il mancato aggiornamento del PAI,
- la mancanza del Progetto Esecutivo
- la mancanza del Progetto Cantierabile
- la mancanza della VIA
- la mancanza del Piano del Rischio.
Ma se ritenete di essere nel giusto… procedete pure!
A proposito, poi, di siccità e di acqua imbevibile, perchè non ci dicono dove si è arenato il progetto per la diga del San Simone? Il Comune di Olbia lo sta sollecitando? Se no, perché?
Quella diga, sarà bene ricordare, come è stato suggerito dai proponenti la soluzione dei canali scolmatori esterni, oltre che per il fabbisogno cittadino servirebbe a regimentare il Rio Padrongianus nel quale, senza danno, potrebbe riversarsi l’acqua del canale scolmatore “Giovanni Paolo II”.
Antonella Fiori, Olbia