
In merito alla presentazione del progetto Mancini per la mitigazione del rischio idraulico, avvenuto ieri all’Olbiaexpo, il dott. Nicola Sechi, professore di ecologia urbana dell’Università di Sassari, ha inviato una lettera a Olbianova rivolta al sindaco di Olbia Gianni Giovannelli.
“Leggo nella Nuova Sardegna di oggi la seguente affermazione del Sindaco di Olbia “abbiamo iniziato un percorso, ma stabilire quale sia la soluzione migliore per la città spetta agli organi tecnici. Il problema non è politico, ma tecnico”.
Come professore universitario e tecnico in campo ecologico-ambientale sono contento che ogni tanto le soluzioni tecniche siano adottate a priori. Cosa molto rara. Ringrazierei il sindaco. Ma come cittadino ed allo stesso tempo come professore universitario sono molto meno contento perché il sindaco certifica di abdicare al suo ruolo di filtro sociale lasciando l’incombenza alle figure tecniche. Questa, almeno in questo caso, è una vera e propria svolta tecnocratica che poco ha a che fare con la democrazia e con la relativa necessita di una procedura di pianificazione certificata (che spiego e consiglio vivamente ad architetti e urbanisti del futuro nel mio corso di Ecologia urbana).
È inutile che spieghi in questa sede cosa sia la Pianificazione partecipata ma voglio semplicemente esemplificare brevemente che alla base dell’approccio, in casi come questo, c’è l’identificazione del problema nel suo contesto ecologico, ambientale e sociale, la definizione di varie alternative di soluzione (compito delle figure tecniche che non devono dare voti) e la sottomissione all’autorità politico amministrativa che deve scegliere e, se lo ritiene ma sostanzialmente obbligatorio in casi critici come questo, coinvolgendo nel processo decisionale i cittadini.
Bisogna pertanto essere molto attenti che nella seconda fase i tecnici non operino già in modo tale da definire, sbagliando o perchè incentivati (problema deontologico), la soluzione, e di fatto espropriando delle proprie funzioni gli organi di governo e di fatto i cittadini che per piani di questa rilevanza dovrebbero essere chiamati, in un processo attivo (cioè condotto dal Comune e non da terze parti), alla discussione, partecipazione e scelta.
Ecco mi pare proprio che siamo in questa situazione e mi pongo la domanda: con l’avvallo consapevole o supino del Sindaco di Olbia? Io personalmente ho la mia ipotesi di soluzione su questo problema ma se l’ipotesi che, mi pare, preferisce il sindaco venisse approvata dai cittadini in un processo partecipativo ne sarei molto contento.