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Riordino della Province. Appeddu (Unidos): “Progetto anticostituzionale stile Tafazzi”

16 Settembre 2015 ore 8:44 di     - 1 commento



Ho letto, sulla stampa locale, una sintesi dei contenuti della progetto di legge regionale per la riforma del sistema delle autonomie locali in Sardegna. L’impressione che traggo, ad una prima lettura della notizia, è che si proponga una riorganizzazione che tutto è fuorché una soluzione al gravissimo problema prodotto dai famosi referendum abrogativi delle province. So già che questa mia valutazione incontrerà il rigetto dei difensori (sempre meno numerosi) dell’iniziativa, ma so anche che molti di costoro parleranno senza aver mai letto un atto, un documento, una norma, secondo una prassi costante quando si parla di questi argomenti. Mi pare, comunque, di poter dire che, anziché andare verso una soluzione del problema, lo si incancrenisca.

In primis, si propone un ritorno alla vecchia quadripartizione provinciale in essere prima della legge di riforma che aveva diviso la Sardegna in otto province. Otto “nuove” province. Con il disegno di legge, la giunta regionale propone al consiglio regionale di riorganizzare il territorio sardo sulla base delle vecchie quattro circoscrizioni provinciali.

 

Questo percorso legislativo è già stato considerato illegittimo dagli esperti di diritto costituzionale. A più riprese, infatti, gli studiosi della costituzione e dello statuto sardo, hanno evidenziato come l’abrogazione di una norma non determini la rinascita della precedente e come non sia di competenza del consiglio regionale la definizione delle circoscrizioni amministrative provinciali.

 

Detto in maniera più immediata, la regione non è competente a decidere i confini delle singole province e anche l’applicazione dell’esito referendario non può portare  ad una rinascita delle preesistenti province.In sintesi, il progetto di legge sarebbe illegittimo, per chiaro e grave contrasto con la norma costituzionale italiana e con lo statuto sardo.

 

Tutto ciò, tra l’altro, senza l’individuazione di soluzione alcuna per il problema umano e tecnico relativo ai dipendenti provinciali sardi che, ancora oggi, non hanno idea di cosa succederà alle loro persone, alle loro professionalità, alle loro prospettive di carriera lavorativa.

 

Oggi, dopo anni di roboanti dichiarazioni e di insensate fughe in avanti da parte di tanti faciloni che credevano che si possano sopprimere gli enti come facciamo con le pagine dei social network, ci troviamo di fronte ad un pasticcio istituzionale enorme, di difficilissima soluzione, che, credo, sarà citato nei futuri testi di diritto costituzionale per dimostrare agli studenti come il mancato rispetto delle norme fondamentali di uno stato possa portare alla nascita di problemi legislativi di eccezionale portata.

 

Inoltre, il nominato disegno di legge, secondo il costume della presente stagione politica, in cui abbondano maghi, bacchette magiche e pifferai vari, contiene anche novità in materia di aree metropolitane.

 

C’è, ovviamente, anche lo zuccherino per la Gallura, per la quale si prevede un’area metropolitana a sé stante. Ovviamente l’idea, ancorché irrealizzabile sul piano pratico, troverà subito i suoi ferventi paladini, come accadrebbe se qualcuno venisse a proporci il ponte Olbia-Civitavecchia. In pratica, per compensarci della perdita (certa) della provincia Olbia Tempio, ci verrà regalato un sogno (o miracolo): quello dell’area metropolitana di Olbia. Con quali strumenti, con quali fondi, con quali competenze, dovrebbe operare il nuovo ente non sta scritto da nessuna parte e così ce la faremo, per anni, nella speranza di godere, anche in questo territorio, di qualche servizio di livello territoriale che non ci faccia riprecipitare verso il modello di città e paesi dormitorio.

 

Nel frattempo, si accelerano i processi per toglierci l’ASL e l’autorità marittima, dopo aver perso provincia, tribunale ed aver subito la miniaturizzazione degli uffici finanziari e previdenziali pubblici. Il tutto nel silenzio assordante di una dirigenza politica regionale locale che si accorge della fuga dei buoi dalla stalla solo quando questi sono irraggiungibili.

Insomma, la sintesi è che abbiamo perso i servizi e non si hanno notizie dei famosi risparmi di cui avremmo dovuto beneficiare come cittadini. Questa logica politica può essere aggettivata, senza dubbio alcuno, come tafazzismo di massima efficacia.
 

Antonio Appeddu

Responsabile Unidos Olbia

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