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Olbianova

Primo giornale online di Olbia

Progetto Mancini. Riflessioni del Comitato per la salvaguardia idrica di Olbia

25 Febbraio 2015 ore 18:24 di Mauro Orrù   



Lettera a Olbianova firmata dal Coordinatore del Comitato per la Salvaguardia Idraulica di Olbia, Felice Catasta.
“Mercoledì 18 Febbraio scorso, nella sala conferenze dell’Expò di Olbia, abbiamo potuto, finalmente, assistere alla presentazione pubblica del progetto di mitigazione del rischio idrogeologico di Olbia redatto dal Mancini, che fra l’altro prevede la trasformazione di 42 Ha di terreni amche irrigui, con infrastrutture da distruggere per far posto ad altrettanta superficie di vasche di laminazione a confine con l’abitato, l’allargamento e moltiplicazione dei canali, la demolizione e ricostruzione di manufatti di ogni tipo (case, strade ed altro). Abbiamo notato , un’altra volta, grandi e pericolosissime contraddizioni, con riferimento alle risposte date alle osservazioni dei cittadini riguardo alla soluzione del problema che tanto li preoccupa a partire dal giorno della disastrosa alluvione del 18 novembre 2013.

Chiunque abbia, ad esempio, prestato attenzione alle parole del Sindaco, non può non averne tratto un’impressione “curiosa”, perché si è avuta conferma che il nostro primo cittadino dice di preferire i canali scolmatori (e parrebbe convinto), ma chiede che con urgenza gli vengano finanziati ed approvati i lavori per la costruzione di ben 42 Ha di bacini di laminazione, di cui parte a fianco delle case esistenti!

Comprendiamo le sue difficoltà, ma queste cose, molto importanti, si fanno nella “chiarezza” e soprattutto dicendo la verità.

1. Verità, ad esempio, è dire che la Regione non finanzierà nessuna opera senza aver prima approvato l’Aggiornamento al PAI e che potrà essere realizzata solo a seguito dell’approvazione del progetto esecutivo;

2. Verità significa che neppure lui (con la fascia tricolore), potrà decidere, anche in assenza di vincoli imposti dal patto di stabilità, di spendere 20 Milioni di Euro per realizzare quei 42 Ha di bacini di laminazione senza le approvazioni di legge;

3. Chiarezza significa dire perché occorra, ancora una volta, iniziare a realizzare le opere partendo da monte anziché da mare!

4. Chiarezza sarebbe anche dire che il Tavolo di lavoro regionale è stato significativamente modificata, per cui quanto fatto finora potrebbe essere rimesso in discussione, in quanto in quel Tavolo si sono aggiunti : il Prefetto, gli’ Assessorati all’Ambiente ed ai Trasporti, la Provincia, le Direzioni della Forestale e della Protezione Civile, le Ferrovie e l’ANAS;

5. Verità sarebbe infine non continuare a dire che la soluzione dei canali scolmatori esterni faciliterebbe l’insabbiamento dei Golfi di Cugnana e di Olbia, che altererebbe l’ambiente, che occorrerebbe aspettare la fine di tutti i lavori per averne benefici, che non sarebbero noti i tempi di realizzazione, che non sarebbero stati previsti lavori in Città, che resterebbe la pericolosità del San Nicola e del Rio Gadduresu, che si andrebbe sotto quota alla confluenza dello scolmatore col Padrongianus, che la galleria è insufficiente a sostenere la portata d’acqua. Quanto tali affermazioni siano strumentali è ben chiaro a chi osserva con atteggiameno laico la proposta di fattibilità del progetto “canali scolmatori” predisposto dallo Studio d’Equipe di Olbia.

6. Né una formalità sembrerebbe quanto dichiarato dall’Assessore ai Lavori Pubblici Maninchedda, che nell’occasione dell’esame dell’aggiornamento del PAI di Olbia, che pure rappresentava il Presidente Pigliaru, allorchè ha pubblicamente affermato che quanto proposto dal Comune di Olbia non era un “dogma”.

La risposta a tutte queste osservazioni sta comunque e semplicemente, in ciò che si è sentito nell’ultimo incontro all’EXPO’, cioè quanto ha detto l’ADIS di Cagliari: ” Poiché siamo certi che i calcoli idraulici l’ingegnere di uno studio che si cimenta in questo genere di progetti , sicuramente li ha fatti o li farà bene, vi confermiamo che il problema , alla fine, diventerà urbanistico, quindi di competenza degli Amministratori di Olbia”.

Se le cose stanno cosi , i diversi Consiglieri Comunali, gli Assessori e lo stesso Sindaco, sbagliano allorchè dicono che si sono affidati agli “specialisti” prima e che si affideranno all’ADIS dopo, in quanto non tecnici. E’ ormai risaputo che le indicazioni date sono le stesse che il Comune di Olbia, nel 2007, Sindaco lo stesso Giovannelli, erano state date all’ing Territo; anche allora la soluzione proposta prevedeva le vasche di laminazione (quella volta lontane dall’abitato).
Nell’occasione si sosteneva, infatti , che ” i canali all’interno della Città non potevano essere allargati” (vedi La Nuova Sardegna del 30 Dicembre 2007).
Ma che male c’è a riconoscere che anche altre soluzioni potranno ancora essere prese in considerazione?

Non è molto meglio che l’acqua eccedente le capacità degli esistenti canali, finisca, come chiedono i cittadini, di cui ci siamo fatti i portavoce, FUORI L’ACQUA DA OLBIA!

Non dimentichiamo neppure che le opere fin qui eseguite per risolvere i già affrontati problemi idraulici di Olbia, quindi dei lavori fin qui realizzati, erano quelli previste nel PAI vigente, di cui Mancini era una dei coordinatori regionali e Tilocca uno dei redattori del Piano del Sub – Bacino del Liscia, nonché, assieme allo stesso Mancini, titolare del Piano delle Fasce Fluviali!

E meno male che è piovuto 1\4 di quanto è piovuto a meno di 100 Km da Olbia!

L’ing Azzena , dirigente del settore pianificazione e gestione del territorio, edilizia privata e pubblica, del Comune di Olbia, secondo quanto ha sostenuto lo stesso Sindaco ha conferito autonomamente l’incarico a quei professionisti , forse non era al corrente delle cose che abbiamo sopra riferito, oppure la scelta voleva rappresentare la continuità?

L’ing Azzena, come tutti d’altronde, era sicuramente in buona fede; ciò che non comprendiamo è perché, nonostante la soluzione A (Mancini), che quella B (canali scolmatori) prevedano la demolizione della rampa di discesa dal cavalcaferrovia al Nespoli, non si voglia da subito decidere di iniziare, domani stesso, da quel sito.

Eppur sarebbe un utilissimo, immediato intervento che consentirebbe di eliminare i piloni dal bel mezzo del canale adiacente al campo sportivo, aiutando, e non poco, lo smaltimento delle acque in quel luogo maledetto!

Quest’intervento, siamo sicuri, costerebbe poco e sarebbe facilmente ed immediatamente realizzabile; inoltre, sembrerà strano, l’ADIS, la Regione, i cittadini, darebbero tutti, senza tentennamenti il loro assenso!

Se l’Amministrazione Comunale non dovesse accettare questa proposta, saremo davvero autorizzati a pensare che si vogliano iniziare i lavori da monte (come sempre in passato…..), per rendere ineluttabile l’allargamento dei canali , mettendo in atto un disegno capace di dequalificare ulteriormente la Città che per lunghi anni, tra polemiche, contenziosi ed immancabili ritardi, vedrà un cantiere permanente che certamente non favorirà la realizzazione di una città aperta al turismo e quanto ad esso collegato.

Altra considerazione. Dopo che gli incaricati della Procura della Repubblica hanno individuato ben 350 casi di fabbricati costruiti entro la fascia di rispetto, che senso ha creare altre situazioni di irregolarità o peggiorare la situazione di chi già vi abita? Oppure si ritiene di risolvere il problema avvicinandosi fino ad 1 metro dalle case senza il necessario rispetto per chi le abita e s per gli operatori che da sempre hanno usato la fascia di rispetto per le manutenzioni.?
Si è pensato alla ulteriore svalutazione di quegli immobili e che se anche non si dovesse demolire alcun fabbricato, cosa di cui peraltro dubitiamo, chi potrà, scapperà!

Il rubinetto che “eroga la pioggia” non è neppure nelle mani degli scienziati, figuriamoci se è nelle nostre, per cui è giusto pretendere le massime garanzie possibili.

Voi politici, continuate pure a fare i vostri giochi ma vi scongiuriamo, non fattelo a scapito, oltre che della riqualificazione edilizia e della vivibilità, della sicurezza!”

Olbia, 24/02/2015 Felice Catasta
Coordinatore del Comitato per la Salvaguardia Idraulica di Olbia

 

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