
A distanza di 4 anni da Cleopatra 2013, domani 6 Novembre, la Regione Sardegna, dopo aver commissariato il Comune di Olbia reo di non aver condiviso il cosi detto Piano Mancini approvato dalla precedente Amministrazione Comunale, intende dar corso ai lavori propedeutici alla realizzazione di 45 ettari di vasche di laminazione e, subito dopo, all’allargamento e alla creazione di altri canali interni alla Città.
Allo scopo l’Assessore Regionale Ing. Edoardo Balzarini, che ha preso il posto dell’On. Paolo Maninchedda, ha autorizzato 75 persone, un vero e proprio “esercito”, ad andare nei terreni e nelle aziende interessate alla costruzione di 4 vasche di laminazione, di cui 2 confinanti con le case nella Zona di Via Nervi, alfine di dar corso ai “rilievi plano- altimetrici, alla bonifica da ordigni bellici, alle indagini geognostiche, geotecniche, alla caratterizzazione ambientale dei terreni e per le ricerche archeologiche”. Tutte cose che avrebbero dovute essere già state fatte prima di andare avanti col progetto definitivo. L’intervento è denominato ”Opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio di Olbia- Vasche Lotto 1, Importo Euro 25.300.000,00”.
Al proposito si riferisce che la Legge Regionale n^ 19 del 6/12/2006 prescrive tutte quelle operazioni già in fase preliminare. Il comportamento della Regione , al riguardo, è la conferma, come sempre sostenuto da questo Comitato, che tutto si è fin ora svolto, “a rovescio” ed in dispregio delle norme. A chi è solito sostenere che c’era fretta di decidere, ricordiamo che il tempo lo si è perso, e se ne perderà dell’altro, se non prevarrà, assieme al rispetto delle leggi, il comune buonsenso.
E’ per questi motivi che prima si sarebbe dovuto aggiornare il PAI, con approvazione da parte del Presidente della Giunta Regionale a conclusione di particolari procedure, a seguire i progetti. Per l’approvazione è prescritta la VAS (valutazione ambientale strategica), mentre la VIA (valutazione impatto ambientale), è necessaria per le singole opere. Nella fattispecie sappiamo che non soltanto non disponiamo di un Piano regolarmente approvato, ma neppure della VIA per le vasche di laminazione .
A queste incombenze ne va aggiunta un’altra, fondamentale, costituita dalla predisposizione del Piano del Rischio, che per le vasche di Via Nervi, ad esempio, deve riguardare tutti i fabbricati esistenti a valle dello sbarramento , fino a tutto il Porto Romano. Piano, questo, che deve fra l’altro prevedere le modalità di evacuazione in caso di minacciato collasso dello sbarramento. A ciò sono ad Olbia interessati: tutto il Quartiere di San Nicola, gran parte del Quartiere Ospedale Vecchio e non solo.
In vista di domani, questo Comitato vuole porre, ancora una volta, alcune domande a chi di competenza:
1^ Nella Ordinanza n.1649/28 del 12 ottobre 2017, emanata dal “Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Sardegna” ed inviata unitamente alla notifica dalla Regione, vengono assegnati 60 giorni di tempo per ricorrere al TAR, come è possibile che si intervenga prima della scadenza nelle proprietà private senza aver prima redatto “lo stato di consistenza “ o comunicare come intendono indennizzare per i danni già oggi certi?
2^ Il Comitato, da oltre 1 anno, unitamente a tanti altri soggetti aventi interesse ad una reale messa in sicurezza della Città di Olbia, ha presentato ricorso al TAR per l’annullamento , previa sospensiva della deliberazione n. 25 /16 del Consiglio Comunale di Olbia, adottata l’ 8 marzo 2016 , avente ad oggetto “opere di mitigazione del rischio idraulico – controdeduzioni alle osservazioni “ a causa dei vizi procedurali , a nostro avviso ben evidenti. Ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro. Perché tanto ritardo nel pronunciarsi?
3^ Eppure, se la delibera di approvazione del tutto da parte del Consiglio Comunale , oltre che essere stata impugnata, al TAR, dai proprietari, dal Comitato salvaguardia idraulica di Olbia e dal GRIG (Gruppo Intervento Giuridico) , considerato che la stessa è anche avversata dalla attuale Amministrazione Comunale, che con apposito bando ha assegnato ad altri tecnici l’incarico per una soluzione alternativa alle opere previste nel Quadro Mancini, perché si vogliono mettere a soqquadro le aziende di molti nostri concittadini ed anche qualche abitazione, per realizzare opere contestate, dannose, non condivise e non approvate nel rispetto delle procedure? Le ultime elezioni, a detta di molti, erano peraltro equivalse ad un vero e proprio referendum sulla soluzione da adottare: i cittadini hanno premiato chi voleva “L’ACQUA FUORI DA OLBIA”! non chi voleva le “vasche di laminazione” in Città o nelle immediate vicinanze!
4^ Non ritenete che quanto recentemente successo a Livorno debba far riflettere sulle “vasche di laminazione”? Lì i lavori appena realizzati, erano alla “prima prova”!.
……. E meno male che gli sbarramenti erano in cemento armato. In Città son previsti in terra! …
5^ Ultima domanda, ma non per importanza, ha senso spendere per gli interventi finalizzati alle opere complementari al Progetto Definitivo (Mancini) un importo a base d’asta di Euro 205,000,00 in contemporanea a Euro 208.000,00 che l’attuale Giunta ha responsabilmente messo in “cantiere”, per lo studio di fattibilità per una soluzione alternativa al Piano Mancini?
Il coordinatore, Felice Catasta