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La denuncia: Corda, Careddu e Orunesu incompatibili? Si pronuncerà la segretaria generale

5 Ottobre 2015 ore 22:28 di    

Buongiorno Mauro, Ti scrivo queste righe per rendere pubblica una segnalazione inviata oggi alla dottoressa Giua, segretario Comunale, non tanto per fare la parte del moralizzatore, quanto perché sono certo che è ora di iniziare a parlare a viso scoperto. Ritengo che sia giusto cominciare a fare nomi e indicare le cose che non vanno, anche quando queste coinvolgono conoscenti ed amici (è il mio caso), ma anche quando queste dovessero apparire peccati veniali, perché è proprio nell’accettare il piccolo peccatuccio veniale che poi si crea il substrato per le grandi operazioni di mal-governo.

Troppo comodo dire che sono tutti uguali, nella riservatezza della propria abitazione o nelle chiacchiere al tavolino del bar. Bisogna pretendere un rinnovamento che passi da atti concreti, perché chi sa deve parlare. E comincio io, denunciando cose di per se forse non gravissime, però certamente poco corrette in termini di buona politica e forse anche in termini di legalità. Ci tengo a sottolinearlo: non denuncio le persone, ma i fatti, e soprattutto la gestione semplicistica del potere, che si esplicita nella semplicità con cui si liquida tutto con facilità: ma non è così grave … ma lo fanno tutti … ma ci sono cose peggiori.

Papa Francesco ha detto sulla politica: “Penso sia difficile rimanere onesti in politica. A volte vi sono persone che vorrebbero fare le cose chiare, ma poi è come se venissero fagocitate da un fenomeno endemico, trasversale. Non perché sia la natura della politica, ma perché in un cambio d’epoca le spinte verso una certa deriva morale si fanno più forti.”

Ci ho ragionato su parecchio (ci ragiono da tempo). Qual è il limite fra l’amministrare per il bene della città e per il proprio? Sembrerebbe facile ma non lo è, perché poi alla fine ognuno fa le proprie valutazioni e matura le proprie convinzioni, che ovviamente nascono dalla propria esperienza, la quale inevitabilmente condiziona i pareri.

E mi sono risposto che il modo migliore per evitare di sbagliare nell’utilizzo personalistico della politica è evitare che politica e mestieri si mischino. Lo sento particolarmente da commercialista, in un momento nel quale dal privato è a volte difficile riscuotere i giusti compensi: un incarico pubblico è un toccasana alle finanze non solo per l’entità del compenso quanto soprattutto per la certezza dell’incasso. Ma a cosa si può arrivare per avere un incarico? Si può arrivare anche a votare contro coscienza? Si può arrivare ad addolcire posizioni di scontro col contributo di una consulenza o di un posto da revisore o un posto in CDA? La risposta non è semplice e cambia da individuo ad individuo, a seconda della differente integrità morale ma anche delle condizioni economiche, sociali, culturali e familiari. Quanti moralmente incorruttibili in un periodo economicamente difficile come questo sono comunque più propensi ad accettare piccoli blackout della coscienza? E se anziché farlo per sé stessi lo facessero per un familiare in difficoltà? O per un ente di cui sono presidenti/amministratori? Basterebbe l’interposta persona a far cadere le remore di chi in altre condizioni sarebbe più difficile da “comprare” o convincere?

La normativa sulle incompatibilità è nata proprio in risposta a questi quesiti: non potendo leggere nel pensiero per capire chi ha una coscienza pulita e chi invece no, vengono individuate alcune condizioni di incompatibilità. Io le condivido. Ed è per questo motivo che ho deciso di rendere note (via pec alla segretaria Giua) alcune incompatibilità a mio parere evidenti: due consiglieri comunali (Corda, Careddu) ed un assessore (Orunesu). Salvo altri: per quelli sto ancora studiando.

Ci potrebbero essere cavilli giuridici e burocratici di ogni tipo, ma mi sento di affermarlo senza ombra di dubbio: in tutte queste tre situazioni ci sono conflitti di interesse e politicamente non ci sono dubbi che siano sconvenienti, perché l’interesse privato che si mescola col pubblico è sempre sconveniente, qualunque sia la ragione e chiunque sia l’interessato. Da un punto di vista amministrativo e legale, sarà la segretaria comunale a dirci se anche la normativa è concorde.

Prima che altri sollevino la questione anticipo io stesso che in caso di decadenza di uno dei consiglieri, io subentrerei al suo posto ed a scanso di equivoci anticipo anche che il mio incarico durerebbe davvero poco perché non ho piacere di far parte di un Consiglio Comunale che a mio avviso dal 18 novembre 2013 ha perso la legittimità a governare.

Giovanni Forteleoni

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