“Le proteste per le disastrose condizioni in cui versano molte strade, ed interi quartieri, di Olbia sono innumerevoli. Paragonare questa situazione a quella che si ritiene propria del terzo mondo potrebbe urtare, a ragione, la sensibilità degli abitanti di quei paesi. Gli Amministratori Comunali, se hanno a cuore il decoro della città ed il rispetto della dignità dei loro amministrati, devono vergognarsi per questo. Non possono essere sordi a tutti gli appelli ma devono impegnarsi decisamente e concretamente per risolvere il problema.
Chi avesse necessità di percorrere le vie S. Elena, S. Chiara, S. Michele e tante altre di quella zona, dovrebbe avere, per lo meno, la patente per la partecipazione alle competizioni di motocross, mountain bicke o rally. Purtroppo questo quartiere è abitato da comuni cittadini che sono costretti quotidianamente ad affrontare buche, dossi e cunette, non per sport ma per necessità. Ci sono anche alcune persone che hanno gravi problemi di salute e devono spesso recarsi nelle strutture ospedaliere per curarsi.
I conducenti dei mezzi addetti ai rifornimenti (gas, gasolio, ecc.) minacciano di sospendere i servizi e quelli delle ambulanze e delle automediche, in diverse occasioni, hanno avuto difficoltà per accedere alle abitazioni dei richiedenti soccorso e per il trasporto dei malati. L’aver intitolato ai santi la toponomastica della parte alta di via Barcellona non è servito per ottenere il miracolo di dotare quelle strade delle infrastrutture necessarie per renderle vivibili in modo decente.
Nei primi anni 2000 sembrava che i tempi fossero maturi per la realizzazione delle infrastrutture primarie del quartiere. Si diceva infatti che c’era una certa disponibilità di fondi per queste opere.
Si tenne in quel periodo un’assemblea alla quale alcuni di noi hanno partecipato. In quell’occasione, rispondendo alle richieste degli abitanti, il Sindaco affermò che i fondi non erano più disponibili perché erano stati utilizzati per la realizzazione di Piazza Nassiria! Oggi, dopo circa quindici anni,, la situazione non è cambiata anzi è peggiorata con grande pregiudizio per la salute nostra e quella dei nostri mezzi di trasporto. Oggi forse la risposta del Sindaco sarebbe: i fondi non ci sono perché li abbiamo utilizzati per lustrare le sale per le nostre riunioni!
Intanto nelle strade manca l’asfalto, l’illuminazione ed, in gran parte, le condotte fognarie ed idriche. Nei periodi asciutti la polvere si solleva dalle strade, si infiltra dappertutto nelle case e costringe gli abitanti a tenere rinchiuse porte e finestre anche in piena estate. Quando piove ci si deve confrontare con pozzanghere enormi, fango, dossi e cunette impressionanti.
Dopo l’alluvione del 2013 sono stati abbattuti i ponticelli sul rio Gadduresu per cui gli abitanti di via Sant’Elena, via Santa Rita e via Santa Chiara (si tratta di oltre settanta famiglie) devono fare un tortuoso percorso su quelle strade che, per questo motivo, devono sopportare un aumento del traffico che non sono in grado di reggere. Naturalmente non si parla della ricostruzione dei ponti abbattuti anzi si programmano ulteriori abbattimenti.
Nell’immediato si deve intervenire per alleviare il disagio di una parte degli abitanti di via S. Elena, via S. Chiara, via S. Rita e via S. Michele. Prima di tutto bisogna aprire al traffico la bretella lungo il rio Gadduresu che collega via S. Michele con via S. Chiara e con via S. Elena. Così si accorcerebbe sensibilmente il percorso, si diminuirebbe il traffico sulla seconda parte di via S. Michele e si eviterebbe di transitare dentro un appezzamento privato. In secondo luogo bisogna intervenire frequentemente con lo spargimento di ghiaino e non con una semplice “grattatina” fatta, oltretutto, con mezzi inadeguati e per tratti limitati”.
Il comitato spontaneo delle vie dei santi.