Ho vissuto questo periodo di pandemia un po’ come tutti: lavoro e smartworking, telegiornali, due passi, mangiavo e dormivo. Avevo smesso di usare i social, li trovavo da tempo del tutto privi di contenuti, e per lo più mezzo di manifestazioni di ego insoddisfatti. Sentivo i megafoni delle guardie ecozoofile che mi invitano a stare in casa, al supermercato vedevo gli occhi terrorizzati di chi faceva la spesa: “siamo in guerra” pensavo. La Tv mi avvertiva del numero di morti e dei moribondi quotidiani, delle ultime novità dei DPCM e di quale colore saremo stati l’indomani.
Ma ecco, ad inizio anno arrivano i vaccini, siamo salvi, vedo l’esercito che scorta le consegne del prezioso medicinale. A primavera il dato anagrafico mi permette di prenotare il mio turno per la vaccinazione: fantastico. Proprio in quei giorni riesce a tornare in Sardegna mia sorella, docente universitaria in materia scientifica, le comunico con entusiasmo che farò il vaccino.
Con il suo tipico aplomb mi guarda e mi dice: “Facciamo così, prima ti studi queste cose, poi decidi”. A casa mia lo studio è da sempre un dato imprescindibile, non come atteggiamento formale, ma come mezzo per comprendere la realtà e ricercare la verità, che ritengo sia il primo compito di un essere umano, quando questo ne abbia la possibilità. Accedo così a una marea di informazioni che passavano sui mezzi di comunicazione non ufficiale, scopro il grande lavoro dell’avvocato Erich Grimaldi che coordina dalla primavera 2020 tantissimi medici e avvocati: hanno salvato tante persone contagiate dal virus, e il TAR ad aprile 2021 gli accorda la possibilità che i loro protocolli di cura (che non prevedono zampe di gallina e code di lucertola, ma normalissimi farmaci legalmente acquistabili in farmacia) possano entrare a far parte dei metodi ufficiali.
E no, così non va! Il buon Speranza ci tiene alla salute degli Italiani: la sentenza è impugnata e non se ne fa niente. Perché? La commissione parlamentare di inchiesta sull’operato di chi ha gestito la pandemia e le decine di migliaia di morti è esonerata dal procedere. E i verbali delle riunioni in cui si decideva del disastro in cui ci hanno trascinato? Niente, non si possono ottenere. Mi ritengo una persona obbediente e cerco di svolgere il mio lavoro al meglio delle mie possibilità, quando ho intrapreso viaggi in posti lontani, mi sono informata e ho fatto le vaccinazioni suggerite.
Eppure stavolta decido di non vaccinarmi più: da parte mia lo vedo come un modo per sostenere un metodo che non mi piace, non condivido, e onestamente puzza di pesce marcio. Se la nostra sanità sta alla canna del gas, e non da ora, e trova il suo alibi nella frase fatta che si muore se non hai il vaccino, ne prendo atto, ma non costringetemi a condividere un metodo di cura che ti dimentica a casa aspettando che i tuoi sintomi si aggravino per ricoverarti in ospedale.
Oltre un milione e mezzo di persone questa estate a Berlino da tutta Europa, tantissime le manifestazioni in altrettante città nel mondo, che si oppongono a questa triste e catastrofica gestione della “pandemia”. Ma alla TV vedo i giornalisti zerbini di turno che mi fanno credere che siano tutti terroristi pericolosissimi.
Tutto viene negato, censurato e FB mi avverte che ho messo “mi piace” ad un filmato ad un video che conteneva informazioni false, mentre erano solo comunicazioni su una procedura legale in corso. E arriviamo ai danni collaterali: gente sana, ora rovinata, anche a vita, che spende una marea di denaro per capire che diavolo gli sta succedendo, perché ufficialmente, quasi sempre non c’è “nessuna correlazione”.
Bene, tra pochi giorni, per andare a lavorare avrò bisogno di un documento verde. Con questo Green Pass non dimostrerò di essere sana, ormai è noto infatti che il vaccino, di cui non nego la funzione di protezione pubblicizzata, mi protegge relativamente. Eppure i miei colleghi vaccinati in ufficio stanno senza mascherina con grande serenità, e se per caso qualcuno fa notare questo rispondono che loro sono vaccinati, non solo! I vaccini non sono più sperimentali, li hanno approvati! Gesù, dove vogliamo andare?
So che a Olbia la gente che la pensa come me è molta di più di quella che conosco personalmente, e ho capito che esporsi fa venire tanti mal di testa, perché poi ti dicono “ma tu passi con il rosso?” ed è inutile stare a rispondere che nessuno passa con il rosso, ma è lecito chiedere chi abbia messo un semaforo in un rettilineo senza incroci! Vorrei sapere come siamo messi in città, una bella città dove i cittadini, lavorano, hanno gli abbonamenti alle palestre, hanno necessità di andare in ospedale, e hanno piacere di andare a mangiare una pizza ogni tanto.
Cosa dicono in proposito i nostri candidati alla prossime amministrative? Oltre il mantra istituzionale “Vaccinati, fai il bravo”. Non è forse Olbia una mosca bianca a osservare pedissequamente le normative europee? La direttiva Bolkestein non si tocca! Cosa propongono i nostri futuri rappresentanti per noi cittadini sani e non vaccinati?
Nelle città dove il tessuto sociale è denso ed attivo, si moltiplicano le iniziative per offrire i tamponi gratuiti o a prezzi simbolici, perché ormai è innegabile che quella è la prova del nove, per sapere se siamo al sicuro oppure no.
A proposito sono andato a donare il sangue, e il medico dopo tutta la procedura mi chiede: “Ha fatto il vaccino?”, scuoto la testa per dire no, e mi risponde: “Il donatore perfetto”.
Lettera firmata