OLBIA. Caro Presidente, anche oggi, come ormai accade con una certa regolarità, è saltato l’ennesimo appuntamento con la consueta conferenza stampa pre-gara. Quella che dovrebbe scaldare gli animi, rassicurare i tifosi e magari, perché no, farci credere che tutto va per il meglio.
E invece… puff! Sparita. E guarda caso, proprio prima di una partita in casa. Quindi no, non ci venga a dire che c’era da prendere l’aereo all’ultimo minuto. La scusa del volo non regge: si gioca al Nespoli, mica a Tokyo.
Ma allora perché evitare l’incontro con la stampa? Diciamolo chiaramente: questo simpatico “balletto del silenzio” va in scena ogni volta che l’Olbia ha qualche problema. Allora, evitiamo volutamente di toccare il tasto dolente degli stipendi per non turbare la concentrazione dei calciatori, che domani andranno in campo per sudare sette maglie (quelle bianche, ovviamente), alla ricerca di altri tre punti verso una salvezza meritata e guadagnata con ogni goccia di sudore.
Del resto, l’ha detto anche lei: non tutte le società riescono a pagare puntualmente. Verissimo! Peccato che, nel raggio di poche decine di chilometri, ci siano club nella stessa categoria ma molto più virtuosi che pagano le spettanze con la puntualità di un orologio svizzero. A Olbia invece il meccanismo dell’orologio purtroppo ogni tanto si inceppa. Ma tutti siamo sicuri che presto arriverà il solito bonifico dell’investitore di Swiss Pro e tutto verrà risanato. Questione di pochissimi giorni.
Ma lei, Presidente, che pensa di tutta questa situazione? Ci permettiamo di rinfrescarle la memoria: era il 4 febbraio 2025 quando rilasciava al nostro giornale dichiarazioni roboanti tipo: “L’Olbia Calcio è una società finanziariamente solida, capace di affrontare gli investimenti prefissati. Il primo obiettivo è la salvezza, poi puntiamo in alto.”
Bellissime parole, da cornice. Solo che poi arriva la realtà a chiedere il conto. E parlando di conti… il bilancio? Sì, proprio lui, quel documento noioso ma necessario, che tutte le società sono tenute a presentare entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio. Il tempo, ci dispiace dirlo, è scaduto il 31 dicembre 2024. E da allora: silenzio. Nessuna traccia del bilancio.
Come mai? Cosa succede? Eppure, proprio in quella stessa intervista lei ci raccontava della situazione debitoria ereditata dalla gestione precedente. Una montagna da scalare, certo. Ma ora a che punto della scalata siamo arrivati? Presidente, ci dica: cosa vedete da lassù? Gli sportivi vogliono sapere.
Non sarebbe il caso, magari, di organizzare una conferenza stampa vera, dove vengano chiariti diversi aspetti: struttura societaria, collaboratori e tutte quelle figure che ruotano attorno alla società di cui però non si conosce il reale perimetro d’azione?
La vostra avventura nell’Olbia è iniziata con la totale fiducia su alcune figure poi mestamente, abbandonate, scomparse come i desaparecidos sudamericani. Cosa è successo? Ci racconti.
Presidente, non crede sia ormai necessario un gesto di responsabilità nei confronti della città, degli sportivi e dei pochi — ma appassionati — tifosi che continuano a credere in questo progetto? Un segnale di vicinanza alla piazza potrebbe contribuire a riavvicinare quella parte della città — imprenditori, istituzioni, politici, sponsor — che oggi sembra aver dimenticato che Olbia ha una squadra di calcio con oltre centoventi anni di storia.
Apatia verso il mondo del calcio? O forse una sana indifferenza, frutto di una città dove il senso di appartenenza a questa storica comunità è ormai svanito?
E allora, caro Presidente, forse è arrivato il momento di compiere un passo necessario: incontrare la stampa per raccontare cosa succede realmente. Quali sono i piani della società e magari rendere pubblico quel bilancio targato Swiss Pro. Apriamolo insieme, con trasparenza, esaminandolo voce per voce, riga per riga. Nessuna ambiguità, nessun artificio. Solo ciò che oggi è più importante che mai: la chiarezza.
Gli sportivi tutti, i tifosi, la città merita tutta quella chiarezza e fiducia che finora è stata riposta verso la dirigenza targata Swiss Pro, perché il tempo passa e anche la pazienza non è una qualità che dura nel tempo.