OLBIA. Un ponte di dialogo tra culture e popoli si costruisce domenica pomeriggio a Olbia. L’ambasciatrice della Palestina in Italia, sua eccellenza Abeer Odeh, varcherà la soglia della parrocchia di Nostra Signora de La Salette per incontrare la cittadinanza in un appuntamento che promette di essere molto più di una semplice visita di cortesia.
L’incontro, fissato per le 16:30 di domenica 8 giugno, nasce dalla lunga amicizia tra la diplomatiса e don Gianni Sini, parroco che da quasi mezzo secolo coltiva legami profondi con la Terra Santa. Il sacerdote, che dal 1978 visita regolarmente la Palestina, ha voluto offrire alla comunità olbiese un’occasione unica di ascolto diretto su una delle questioni più complesse del panorama internazionale.
Abeer Odeh porta con sé un bagaglio diplomatico di primo piano. Dal 2019 rappresenta lo Stato di Palestina presso le agenzie delle Nazioni Unite FAO, IFAD e WFP, mentre dal gennaio scorso ha esteso il suo mandato anche alla Repubblica di San Marino. Una carriera che la pone al centro delle relazioni internazionali più delicate del nostro tempo.
I numeri che l’ambasciatrice porterà all’attenzione del pubblico olbiese parlano di una realtà drammatica: circa 12 milioni di palestinesi sparsi nel mondo, con 1,8 milioni concentrati nella Striscia di Gaza su appena 360 chilometri quadrati. Una densità abitativa tra le più elevate del pianeta, in un territorio quasi completamente isolato dal resto del mondo, con il solo valico egiziano come spiraglio verso l’esterno.
La visita assume particolare significato alla luce degli eventi che dal 7 ottobre 2023 hanno riacceso i riflettori internazionali sul conflitto israelo-palestinese. Don Sini, testimone oculare delle difficoltà vissute dalla popolazione palestinese durante i suoi numerosi viaggi, ha sentito l’urgenza di creare uno spazio di confronto che vada oltre le narrazioni mediatiche.
L’ambasciatrice si confronterà con il pubblico sulla complessa situazione diplomatica che vede lo Stato di Palestina riconosciuto da gran parte della comunità internazionale, inclusa la Santa Sede, ma ancora alle prese con ostacoli che ne limitano il pieno esercizio della sovranità. Un tema che riporta inevitabilmente alla memoria storica della Nakba (Catastrofe) del 15 maggio 1948, data che per i palestinesi rappresenta un momento cruciale della loro identità collettiva quando 700.000 arabi palestinesi sono stati costretti a lasciare i occupati da Israele.
Il format dell’incontro prevede un dialogo aperto, con l’ambasciatrice disponibile a rispondere alle domande del pubblico. Un’opportunità rara per la cittadinanza gallurese di confrontarsi direttamente con una delle voci più autorevoli della diplomazia palestinese, in un momento storico particolarmente delicato per l’intera regione mediorientale.