“Rimarchiamo la nostra preoccupazione oltre ai tanti episodi di violenza su cui interveniamo quotidianamente, anche per i recenti aberranti fatti di cronaca avvenuti a Palermo e a Caivano, stupri di gruppo organizzati da giovanissimi, su ragazze e bambine frutto della sub cultura dello stupro, che utilizza i mezzi tecnologici per diffondere ulteriormente la violenza, le cui radici vanno ascritte alla struttura patriarcale della società, che si nutre della oggettivizzazione e mercificazione del corpo della donna e della sua immagine, trasformandola in nuda carne e, oltre a infliggerle lo stupro la espone allo sguardo del mondo tramite il web, creando un processo di normalizzazione e interiorizzazione passiva della violenza, fino a produrre ulteriore odio nei confronti delle vittime”. È quanto si legge in un documento inviato dall’associazione Prospettiva Donna di Olbia in merito si recentissimi fatti di cronaca che riguardano giovani donne vittime di violenza nel nostro Paese.
“Si avverte estrema urgenza di intervenire con più incisività con azioni strutturali, con reti efficaci per sostenere l’azione dei centri antiviolenza, impegnati non solo nel lavoro a sostegno delle sopravvissute, ma anche nell’azione preventiva e strutturata di sensibilizzazione soprattutto nelle scuole: si deve agire su più fronti incidendo soprattutto sul piano simbolico e culturale perché è la violenza simbolica a ispirare e fomentare quella concreta, si deve lavorare anche sui modelli distorti della rappresentazione del corpo della donna, lesivi della sua dignità, su tutte le forme di oggettivizzazione che sono l’humus che alimenta questo sistema.
Hanno il nostro plauso l’adolescente e suo padre che si è ribellata davanti all’esposizione del corpo di una donna offerto come dessert su un buffet, rendendo pubblica la loro protesta: ci rivolgiamo a tutte le persone affinché non siano indifferenti, serve un civile impegno comune fra tutti coloro che, nelle istituzioni, nel mondo della cultura, nella scuola, nelle associazioni e nella società civile, vogliano fare la loro parte per contrastare questo sistema che ancora oggettivizza, mercifica, che stupra le donne e le annienta. Serve un lavoro profondo per contrastare la rivittimizzazione e la violenza istituzionale. Occorre un patto trasversale fra generazioni di donne che si ribellano e di uomini che non accettano di essere associati alla cultura dello stupro, affinché attivamente stiano a fianco delle donne in una battaglia comune per un profondo cambiamento culturale e sociale”.