OLBIA. Ancora una volta la Costa Pacifica girerà al largo dal porto di Olbia e, visto il vento previsto, non si fermerà neanche in rada a Golfo Aranci. L’avviso di diniego, già arrivato all’Autorità dei porti della Sardegna e alla Capitaneria di porto, come al solito, non contiene spiegazioni ma, a quanto ci conferma il direttore marittimo Gianluca D’Agostino, il motivo non sarebbe il fondale troppo basso ma il vento:
“In merito alla riprogrammazione dello scalo della nave Costa Pacifica verso il porto di Cagliari – sostiene il comandante D’Agostino – si precisa che nella giornata di domani (2 luglio) sono previsti venti di maestrale con raffiche che potranno raggiungere i 30 nodi, rendendo difficoltose le operazioni di ormeggio e disormeggio; tali condizioni risultano proibitive anche per la sosta, in sicurezza, della nave in rada, presso il sorgitore di Golfo Aranci, rendendo non sicura la navigazione dei tender di bordo per lo sbarco dei passeggeri in porto”.
Dunque, il nuovo “salto dell’ormeggio”, l’ottavo in due mesi, si verifica per la prima volta al cospetto del nuovo direttore marittimo del nord Sardegna, Gianluca D’Agostino, che ci spiega il perchè. “Quale necessaria premessa – dichiara il neo comandante della Guardia Costiera di Olbia – corre l’obbligo evidenziare che l’aspetto commerciale delle attività portuali è di stretta competenza dell’Autorità di Sistema Portuale, mentre sono compiti della Capitaneria di Porto la vigilanza e la tutela della sicurezza della navigazione a garanzia del corretto svolgimento del traffico navale”.
D’Agostino sostiene che “il lavoro che la AdSP sta ponendo in essere oramai da tempo, ovvero la manutenzione dei fondali del canale di accesso al porto di Olbia e dello specchio acqueo portuale, sta restituendo risultati concreti e apprezzabili. La difficoltà di questo lavoro è data non solo dalla necessità di operare nei limiti consentiti dalla normativa in materia ambientale ma anche dal dovere di contemperare l’esigenza di garantire il regolare flusso in ingresso ed uscita delle numerose navi che in questo periodo scalano il nostro porto, con la necessità di eseguire in tempi rapidi l’intervento di livellamento del fondale a mezzo di un adeguato pontone; per garantire ciò, tale attività viene svolta quotidianamente in orario notturno, evitando interruzioni dovute all’intenso traffico navale”.
Il riferimento è all’attività della nave di servizio Redeemer che, per circa un mese, a colpi di benna, sta cercando di spostare alcuni cumuli di sabbia da un punto all’altro della canala nel tentativo di livellare il fondale che, però, resta sempre basso. D’altronde, non si può pensare che il comandante di una nave con un pescaggio di 8,5 metri come la Costa Pacifica si senta totalmente a suo agio in un fondale livellato tra 9,50 e i 10 metri. E come dargli torto.
Come si sa, la gestione strutturale del porto è di totale competenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna con sede a Cagliari, in capo al presidente Massimo Deiana, ex assessore dei Trasporti della Giunta Pigliaru e presidente dei porti sardi unificati dal 2017. Deiana, visti i problemi sollevati dalla Pacifica, ha attivato il Redeemer come soluzione tampone eliminare i cumuli sabbiosi sul fondo. Purtroppo, però, neanche il 2 luglio sapremo se gli standard richiesti per l’ormeggio della Pacifica saranno soddisfatti. Domani, infatti, il porto di Olbia avrebbe affrontato la prova del nove ma si è messo di mezzo il nostro maestrale. E dunque, per sapere se il gigante di Costa Crociere entrerà a Olbia, occorrerà attendere la prossima data prevista per l’ormeggio: il 9 luglio.
Sempre a proposito del livellamento del fondale del porto, D’Agostino, è estremamente ottimista rispetto ai lavori di dragaggio, e aggiunge che “l’operazione di livellamento si inquadra in una programmazione di interventi più ampia dell’Autorità di Sistema Portuale che vedrà, tra qualche mese, l’inizio dei lavori di dragaggio necessari ad approfondire la canaletta di ingresso fino alla quota di circa 11 metri, garantendo la piena fruibilità dello scalo anche da parte di unità con pescaggio maggiore”.
E conclude: “L’attenzione che la Capitaneria di Porto pone verso l’operatività dello scalo olbiese è sempre massima e volta a tutelare, oltre alla sicurezza dei traffici marittimi, anche le esigenze di tutti gli operatori della comunità locale che non potranno che trarre beneficio da un porto sempre più ricettivo ed in linea con lo sviluppo che l’area sta registrando in questi anni”.