Se non è il seme della rivoluzione poco ci manca. Quanto si è sentito oggi nella sede della CNA di Olbia ha l’aria di una sorta di ammutinamento contro la mancanza di rappresentatività politica della Gallura. Nasce il TAG, acronimo del Tavolo delle Associazioni Galluresi, composto da CGIL, CISL, UIL e le sigle del mondo del lavoro: Confindustria, Confcommercio, CNA, AGCI, Confapi, Confartigianato, Confagricoltura. A queste, durante l’incontro con i giornalisti, si è aggiunto anche l’Ordine dei Commercialisti. Il TAG si pone come nuovo soggetto di riferimento che intende interfacciarsi con la Regione partendo dal basso per dare voce ad una larghissima fetta di popolazione gallurese che va decisamente oltre i 50 mila iscritti ai tre sindacati territoriali.
“Vogliamo riempire un evidente vuoto di governo per rivendicare il ruolo della Gallura – ha dichiarato Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl -. Proprio ora, in questo terribile momento storico è venuta a mancare la capacità politica di rappresentare le istanze galluresi. Per questo noi ci stiamo caricando sulle spalle il fardello di tradurre i bisogni del territorio in azioni concrete. Il nostro messaggio è questo: ‹La Gallura c’è›. Sul Mater Olbia, giusto per fare un esempio a breve termine, chiederemo un incontro agli interlocutori per capire subito quali ricadute reali possano andare ad incidere sulla Gallura con la nuova realtà della medicina e ricerca.”
Non un tavolo dialettico, sostengono i partecipanti, ma azioni concrete volte al conseguimento degli obiettivi strategici per il nord est dell’isola a cominciare dalla rete di infrastrutture. Le strade come primo atto per mettere in comunicazione adeguatamente i centri galluresi. A questo proposito i rappresentanti del tavolo fanno sapere di aver già avviato confronti diretti con l’assessorato regionale dei Lavori Pubblici.
“Con Maninchedda – dice Gino Salaris di Confapi – ci siamo già incontrati due volte e abbiamo fatto passi in avanti verso la realizzazione delle strade, opere fondamentali per la rete gallurese. Ci sono già capitali stanziati che devono essere indirizzati non solo per i servizi delle opere finite ma anche per ridare fiato a un settore importante dell’economia. Ci stiamo prendendo la responsabilità di rappresentare la nostra gente e vogliamo concentrarci sulle cose reali”.
Niente staccati tra i territori, ci tengono a sottolineare, ma coesione vera che abbraccia tutto il popolo gallurese. “Non si tratta di un soggetto politico – sostiene Fabio Spano segretario territoriale della CGIL – ma di un organo di confronto con la politica che mette in cima al suo operato il ‹Gallurismo› nell’interesse di far riaccendere il motore dell’economia a questa terra allargandone anche i confini. Noi dobbiamo credere con forza alle nostre potenzialità contro i continui scippi a cui stiamo assistendo da anni”
“Il metodo della condivisione, emerso in questo tavolo – ha detto Filippo Sanna direttore di ACGI Gallura -, è simile quello delle cooperative che rappresento. Non dimentichiamoci che in Italia le imprese cooperative valgono l’8% del PIL Nazionale e in Sardegna ci attestiamo su valori simili. Stiamo finalmente lavorando su ciò che ci unisce mettendo da parte le differenze. La coesione sociale è vincente se saremo capaci di unirci in questa modalità”.
“Noi rappresentiamo circa 800 aziende in tutta la Gallura – sostiene Gregorio Raspitzu di Confagricoltura -. Di queste ben 50 operano nel primario. Siamo riusciti a fare riaprire bandi per contributi economici chiusi da 5 anni ma ora arriva anche la siccità mentre rischiamo di perdere perfino il Consorzio di Bonifica della Gallura azzerando la possibilità per 18 comuni che ne fanno parte, di avere una rete di collegamento con il territorio”.
In buona sintesi, come sostengono i rappresentanti del TAG, nessuno vuole rappresentare il cittadino come elettore ma come abitante dinamico che opera nel territorio.”Dobbiamo difendere la Gallura unita con tutte le nostre forze dal continuo attacco alla diligenza – ha detto in chiusura Benedetto Fois della CNA Gallura – cosa che la politica non è stata in grado di fare”.
Il dado è tratto. Ora la politica, soprattutto quella locale dovrà necessariamente fare i conti con il nuovo soggetto che rappresenta in mondo trasversale, almeno potenzialmente, il popolo gallurese, più di quanto possano fare i partiti. Se non arriveranno risposte concrete, hanno detto i rappresentati del TAG, si aprirebbe una nuova stagione di lotta in un percorso che potrebbe portare il popolo in piazza senza escludere l’eventuale chiamata alla disobbedienza civile.