Con la Fregola, le trofie, a insalata con pomodorini e cipolle, con i cannellini, alla marinara e con la partecipazione alcuni graditissimi “intrusi” come ostriche e bocconi. Ieri, a due passi dallo stabulario, all’ombra delle querce secolari, i padroni di casa dell’AMO (Arsellatori Mitilicoltori Olbiesi) e Slow Food Gallura hanno celebrato le regine del mare di Olbia: le cozze. Un successo per oltre 250 persone, tra olbiesi e tanti ospiti, che hanno scelto di trascorrere la domenica lontano dalle spiagge per entrare in contatto diretto con il ciclo virtuoso della mitilicoltura con tanto di escursioni in barca sui luoghi della produzione. A disposizione del pubblico gli esperti e instancabili “docenti per un giorno”: i titolari e il personale delle 4 cooperative che compongono l’AMO: Ernesto Moro, Giovannicco Piredda, Ivan Giua e Cosimo Favini.
“Oggi è difficile poter coltivare o allevare qualcosa di buono rientrando nei costi – ha detto Simona Gai, fiduciaria della condotta di Slow Food Gallura -. Noi cerchiamo di supportare coloro che si impegnano in questo senso e per questo abbiamo individuato anche nei molluschicoltori la sintesi della filosofia di Slow Food.”
“Sono due anni che lavoriamo sulla mitilicoltura – ha detto Mauro Monaco, presidente del Consorzio Molluschicoltura Olbia (CMO) nonché tesoriere di Slow Food Gallura -. Abbiamo costituito la ‹Comunità del Cibo del Golfo di Olbia› che fa parte di un’iniziativa di Slow Food a livello nazionale che punta alla promozione dei prodotti di eccellenza dei territori attraverso la creazione di comunità di consumatori aperte a tutti”.
Slow Food realizza eventi, come quello di ieri, dove non mancano vini di qualità come il vermentino Sinfonia di Gallura, con pranzi sociali aperti a buongustati, a basso costo, mirati a far conoscere la qualità dei prodotti. “Ieri è toccato alle cozze ma durante l’anno portiamo i nostri soci nei posti dove si producono gli alimenti più genuini come formaggio, miele e tutti i prodotti tipici della Gallura. Lo scopo è quello di promuovere le attività di coloro che si impegnano per produrre cibo che oggi, purtroppo, risulta ancora anti economico ma, ha una grandissima qualità”.
Slow Food si rivolge direttamente ai consumatori allo scopo di renderli consapevoli del lavoro, dell’impegno, della storia e della cultura che c’è dietro il cibo di produzione locale. Una vera alternativa alla estrema commercializzazione che privilegia il prezzo a scapito della qualità. (Altre foto della festa di ieri in fondo all’articolo)