Premetto che sto andando contro il mio carattere e mai avrei immaginato di scrivere questa lettera ma sono a pezzi e ho bisogno di aiuto.
La mattina del 20 agosto su richiesta di mia madre che si sentiva morire, ho chiamato il 118 per farla portare al pronto soccorso. Aveva avuto un deperimento di più di dieci chili nell’arco di un solo mese e stava incominciando a dare segni di squilibrio mentale.
Mia madre soffre di artrosi e osteoporosi diffuse e dopo una caduta nel 2019 con conseguente ictus, si aveva rotto due vertebre e successivamente ha avuto dei crolli vertebrali. Potete immaginare, dopo il deperimento che ha avuto, come i suoi dolori siano aumentati in maniera esponenziale.
Ebbene, invece di ricoverarla in ospedale ce la rimandano a casa e a sul punto cerchiamo di assisterla anche senza i necessari strumenti. Essendo agosto fatico moltissimo a trovare dei medici, riesco comunque a mettermi in contatto con un geriatra, che riesce a venire a casa e a dare a mia madre una terapia antidepressiva che, a detta sua, avrebbe calmato le sue ossessioni e, come effetto collaterale, le avrebbe stimolato l’appetito.
La terapia, purtroppo, non sembra sortire l’effetto desiderato e mamma incomincia a peggiorare ed avere sempre meno forze anche solo per stare in piedi.
Il 4 di settembre, non sapendo più come assisterla e non avendo più il coraggio di vederla soffrire decido di chiamare di nuovo il 118. Questa volta le fanno un tampone e la sera la dimettono con la diagnosi di astenia da covid 19.
E dal giorno inizia il nostro secondo calvario, perché essendo costretti a fare la quarantena, oltre a mia madre incomincia a dare segni di cedimento mio padre che è cardiopatico e ha problemi neurologici.
Sono venuti a casa i medici dell’Usca e hanno verificato che il problema di mia madre non è legato al covid ma è, appunto, psichiatrico, ma finché non si negativizza, ci è stato detto, che non può venire nessuno ad aiutarla.
Il mio è un grido di disperazione, perché mi sento come una barca in mezzo al mare senza strumentazione di bordo in completa balia dei venti.
Mi chiedo perché, se possono venire i medici dell’Usca non può venire a casa uno psichiatra ed eventualmente un anestesista per alleviare la condizione terribile in cui versa mia madre?
Dove sono le eccellenze sanitarie?
Io non posso far altro che raccontare la mia disperazione e sperare che qualche specialista di buona volontà ci aiuti perché non sappiamo più come fronteggiare una situazione che peggiora ogni giorno di più.
LETTERA FIRMATA