Costretti, almeno per il momento, a usare internet per viaggi virtuali, oggi vi portiamo a Golfo Spurlatta, un itinerario ricco di bellezza, a pochi minuti dal centro della città, da visitare quando potremo riprendere a muoverci liberamente, pur restando nel nostro comune di Olbia.
Il tratto di mare compreso tra Capo Ceraso e le isole minori di Porto San Paolo, seguendo la carta nautica è denominato Golfo Spurlatta. Proseguimento naturale verso il largo del più noto, Porto Istana, questa parte costiera olbiese dell’area marina protetta di Tavolara, presenta diversi punti di grande interesse non solo per i diportisti. Seguendo i sentieri della costa, infatti, si possono raggiungere diverse spiagge e calette.
A nord, da viale Porto Istana ci si può incamminare in via Punzotu. Dopo circa 2 km, si arriva nel punto in alto della strada sulla collina di Maladrummi dove si può iniziare il percorso di pochi minuti per raggiungere la spiaggia di Sa Ena e S’Appara, conosciuta dai turisti come “Le tre sorelle”. Proseguendo il sentiero verso est, si arriva in pochi minuti alla famosa Spiaggia del Dottore, tratto di costa che secondo la toponomastica storica era conosciuta come Su linnone e S’ainu.
Altro percorso con vista del Golfo Spurlatta è il sentiero che da Porto Istana arriva alla Corallina e poi, proseguendo, conduce fino a Porto San Paolo. In entrambi i percorsi si possono osservare i forni della calce, dove i cavatori cuocevano le pietre calcaree di Tavolara. Dopo aver finito il combustibile sull’isola, infatti, si spostarono a terra sfruttando soprattutto gli alberi del promontorio di Capo Ceraso.
Un tratto testimonianza della vegetazione primordiale è visibile navigando a nord di Porto Legnaiolo, davanti all’isola di Barca Sconcia in cui si può osservare una zona ricca di vegetazione ancora perfettamente integra con fantastici lecci e ginepri secolari.
A sud delimitano il Golfo l’isola Cavalli e l’isola Piana, da qualche anno parte integrante dell’Area Marina Protetta. Veri e propri fiori all’occhiello della costa gallurese, si tratta di due isolotti minori di granitica e rara bellezza.