Egregio direttore, venerdì 6 Novembre u.s. ero presente negli uffici comunali di Olbia , all’incontro avvenuto tra il comitato “Un Ponte per Unire” ed il Sindaco Giovannelli con gli assessori Bacciu e Careddu. Fin dalle prime battute ho avuto la netta sensazione che il nostro sindaco avesse poca voglia di ascoltare le soluzioni proposte, forse a causa delle fatiche ed delle problematiche che ha dovuto affrontare tutta la settimana insieme agli altri nostri amministratori, o magari anche dovuta al fatto che le proposte erano troppo semplici e funzionali, nella logica, ma prospettate da profani, da comuni cittadini.
Mah! Delle volte verrebbe da dire che quando finisce la logica inizia la politica (quella Olbiese). Infatti tutte le proposte presentate dal comitato di cittadini sono state bocciate, dando in merito risposte alquanto approssimative; sinceramente hanno dato l’impressione di non averle nemmeno lette o comunque esaminate con superficialità.
Non è stato bello vedere il sindaco alterarsi e prendere il faldone delle oltre 1800 firme raccolte e scaraventarlo sul tavolo con stizza, quando gli è stato fatto notare che forse per avere informazioni più precise, sarebbe stato meglio farlo insieme ai tecnici e a una delegazione del comitato, interpellando più soggetti per valutare i tempi e i costi effettivi per la messa in opera di un ponte militare tipo Bailey.
E quando l’imprenditore in rappresentanza dei commercianti danneggiati dalla mancanza del ponte ha annunciato il licenziamento di tre dipendenti a causa di grosso calo dei ricavi, il sindaco non ha battuto ciglio. A quel punto a mio avviso, sarebbe stato meglio lasciare l’aula perché era del tutto evidente che non saremmo andati da nessuna parte, ma forse l’educazione e la calma degli altri presenti, nonostante l’esasperazione per i disagi stia raggiungendo il culmine, ha prevalso, per cercare comunque una soluzione al grave problema che ci affligge.
Dagli assessori Bacciu e Careddu per la verità è venuta una piccola apertura proponendo di inviare comunque le richieste ufficiali alla Brigata Sassari, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Sardegna ed alla Protezione Civile, istituendo una sorta di “cabina di regia” con la partecipazione di una componente del comitato dei cittadini, per il monitoraggio della situazione. Staremo a vedere.
Torniamo alle proposte di risoluzione del problema viabilità, presentate dal comitato “Un Ponte per Unire”; esaminandole mi sembra che siano improntate su costi contenuti e soprattutto per una rapida soluzione, seppur temporanea, del problema, ma anche proiettate al futuro, perché tengono conto anche delle sicure interruzioni che interesseranno il corso Vittorio Veneto per i lavori previsti dal “Piano Mancini” e del completamento dell’urbanizzazione della zona ovest della città.
Inoltre controllando su internet, si possono vedere diverse soluzioni temporanee adottate in tutta Italia per ripristinare ponti crollati per calamità naturali, tramite ponti Bailey, ma con costi , compreso il noleggio, di gran lunga inferiori di quelli prospettati dal sindaco in riunione. Giovannelli ha affermato di aver avuto notizie certe, che stimavano in circa 300.000 € il costo complessivo di posa in opera e successivo smontaggio di un ponte militare sul rio Seligheddu (circa 25 m di lunghezza), senza peraltro specificare la durata del noleggio, mentre mi risultano cifre intorno ai 50.000 € per un anno, per due ponti.
Giusto per far capire ai nostri politici e tecnici (pagati) proponiamo i seguenti stralci degli articoli relativi ad un ponte similare a quello richiesto dal comitato messo in opera dai Genieri della Lombardia nel comune di Lerma (AL) anche loro colpiti da alluvione lo scorso anno.
“Un ponte militare bailey, trovato presso i volontari dell’associazione Genieri Lombardi, portato sul posto a moduli, rimontato, il ponte metallico è largo quasi 6 metri, lungo 25 e pesa ben 17 tonnellate, collegato e posizionato proprio la vigilia di Natale con l’intervento di grandi autogrù. Il costo specifico del ponte è stato di 28 mila euro più la parte per costruire le “spalle” laterali in cemento armato per sostenerlo, fino a quando al suo posto non verrà realizzato il ponte definitivo in calcestruzzo ed elementi portanti in cemento prefabbricati, di quelli utilizzati per i viadotti autostradali.
Il progetto è già in Regione ha ricordato il progettista. C’è tempo due anni per arrivare a questo traguardo, che costerà 200 mila euro. I costi del ponte Bailey invece sono in parte già coperti: «Le Autostrade – dice sollevato il sindaco Alloisio – hanno versato un contributo di 28 mila euro a titolo di beneficenza, a cui si aggiungerà, fino a tutto gennaio 2015, il ricavato degli introiti derivati dalla vendita dei dispositivi Telepass, destinati a noi, a Belforte e Tagliolo». E da ieri è iniziato un altro impegno: ottenere il finanziamento per il ponte definitivo, perché c’è un’altra urgenza da rispettare: per due anni il costo del ponte militare è pagato, ma superando quel limite il Comune dovrà incominciare (se continuerà ad utilizzarlo) a pagare 500 euro al mese di affitto”.
Bisogna comunque fare in fretta perché per le famiglie e le attività commerciali, già provate in tutti i sensi da due alluvioni in due anni, ogni giorno che passa senza soluzioni, potrebbe significare la catastrofe.
Silvia Puddu, Olbia