Mentre la tensione per il Red Valley sale e il countdown segna meno tre giorni all’inizio, Irama, una delle perle del Festival, si racconta a Olbianova. L’artista, voce profonda e musica dai ritmi travolgenti, ieri sera ha letteralmente stregato il pubblico di Alghero e ora si prepara alla data di Olbia di sabato prossimo.
È stato un vero successo. Sei salito sul palco con la bandiera dei quattro mori. Un gesto che per noi sardi ha un grande significato.
Perché lo hai fatto? Hai un legame particolare con la nostra Isola?
Non sono né nato né cresciuto in Sardegna ma questa terra mi è sempre piaciuta particolarmente. Ieri ad Alghero è stata una delle date più cariche di energia positiva anche da parte del pubblico e ho sentito di fare questa cosa. È bello poter pensare all’Italia unita. Anche se divisa, infatti, è tutta bella. È stato come prendere in mano una bandiera di un posto che amo e dove sono cresciuto. Un gesto che unisce e che va oltre le divisioni.
Sabato sarai al Red Valley. Un evento unico per Olbia e per l’Isola intera. Cosa ti aspetti dal Festival e come sarà?
Vedremo, te lo dirò quando finirò la data. Sono molto curioso e molto carico. Ho voglia di salire sul palco e non vedo l’ora di divertirmi. Ci saranno un po’ di artisti, come Shablo che suonerà prima di me, e sono super contento. Sarà un bel connubio di musica e di energia positiva.
Tra gli artisti che si esibiranno al Red Valley c’è qualcuno che ti piace particolarmente o che non ti piace?
Mi piacciono tutti. Sono grandi artisti. La scena italiana sta diventando sempre più grande e stiamo vivendo una golden age. Tutti facciamo cose diverse ma ognuno di noi ha la propria influenza. Secondo me è una cosa molto bella. Sono contento di salire sul palco con tutti. Siamo diversi e questo ci rende ancora più belli.
Proprio ieri è uscita sul Messaggero un’intervista in cui dichiari di voler andare in America Latina per contaminare la tua musica. Possiamo dire che sarà una “genesi dei nuovi colori musicali” di Irama? Cosa ci dobbiamo aspettare da questa contaminazione?
In verità ho sempre cercato di contaminare la mia musica, provando ad avere un punto di vista eclettico. La musica latina per me non è una novità e ho sempre cercato di amalgamarla alla nostra cultura, quella mediterranea. Semplicemente mi piacerebbe portare la mia musica fuori ma non adattarmi al loro mercato. Anzi, vorrei far conoscere lì qualcosa di nostro.
Come immagini il tuo futuro?
È difficile dirlo. Sarebbe bello saperlo. Adesso penso che c’è tanto lavoro da fare e ancora ho tanta strada davanti a me. Devo rimboccarmi le maniche. Anche se gli obiettivi sono sempre più grandi c’è sempre qualcosa di importante da fare con una visione sempre più globale da raggiungere.
Hai iniziato il tour estivo a luglio e concluderai a settembre. Mi fai un bilancio, fino a ora, del tuo Live 2022? Come sta andando?
Sta andando da paura. È il summer tour: i palazzetti, i concerti sempre pieni di gente, la musica dal vivo. È bellissimo. Mancano ancora un po’ di date. Mi sto divertendo e la sto vivendo in maniera davvero positiva. Ci vediamo a Olbia, ci divertiremo!