OLBIA, 2 luglio 2025 – Un folto gruppo di avvocati e consulenti tecnici ha affollato oggi l’ufficio del pubblico ministero presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Tempio per l’accertamento tecnico sull’incendio che ha devastato il cantiere Nautica Acqua di Olbia.
Claudia Manconi ha conferito l’incarico a due consulenti esperti che dovranno fare luce sulla dinamica del rogo che ha completamente distrutto trentuno imbarcazioni, alcune di proprietà di facoltosi armatori. L’obiettivo è determinare il punto esatto di origine delle fiamme e individuare la causa scatenante dell’incendio.
I periti dovranno inoltre verificare l’efficacia della normativa antincendio applicata nel cantiere e valutare i sistemi di sicurezza in uso nella struttura. Al centro dell’indagine c’è l’ipotesi che il fuoco possa essere partito da un’imbarcazione in rimessaggio, in un modello specifico.
Quattro sono attualmente gli indagati nella vicenda, tra questi il legale rappresentante della società che gestiva il cantiere, assistito dall’avvocato Stefano Oggiano; coinvolto anche il rappresentante legale di una azienda nautica, difeso dagli avvocati Sebastiano Giaquinto di Napoli e Giampaolo Murghile di Olbia; e ancora, il titolare della ditta specializzata in certificazioni antincendio difeso dall’avvocato Marco Petitta.
Il drammatico incendio ha avuto inizio nel pomeriggio del 22 aprile scorso quando le fiamme sono divampate all’interno del capannone situato in via Madagascar, nella zona industriale a Olbia, in località Cala Saccaia. Il rogo è scoppiato intorno alle 15:30 e ha richiesto diciassette ore di intervento per essere completamente domato. Le squadre dei Vigili del Fuoco di Olbia, Arzachena, Tempio e Siniscola hanno lavorato incessantemente fino alle 8:30 del giorno successivo, supportate da mezzi speciali dell’aeroporto Costa Smeralda e dal nucleo Sapr con droni per il monitoraggio termico.
La complessità del caso ha richiamato numerosi consulenti, molti dei quali provenienti dalla Liguria, regione dalla consolidata tradizione nautica. Ogni parte in causa ha nominato i propri periti, prefigurando quello che si annuncia come un confronto tecnico serrato per stabilire responsabilità e dinamiche dell’evento.
L’accertamento rappresenta un passaggio cruciale per fare chiarezza su una vicenda che ha causato danni ingenti e sollevato interrogativi sulla sicurezza nei cantieri nautici della zona.