Buongiorno, sono R.T. di Tramatza (OR), papà di G. di tredici anni. Mio figlio all’età di tre anni circa, a seguito di una caduta, aveva cominciato a camminare male. Quindi, senza perdere tempo, lo abbiamo fatto visitare da diversi ortopedici dell’isola e della penisola. In tutti i casi, a parte qualche lieve miglioramento, la leggera zoppia non è guarita.
Lo scorso mese di aprile ho deciso di chiamare il CUP del Mater Olbia per prenotare una visita ortopedica. L’addetta alle prenotazioni mi ha fatto l’elenco degli ortopedici in servizio, con le rispettive tariffe. Convinti, come sempre, che ‘scegliendo il più caro si sceglie il migliore’, ho prenotato la visita (€ 182,00) per il giorno 9 maggio 2022 alle ore 17.30.
Ormai, purtroppo, ho maturato una certa esperienza dopo decine di visite e contatti diretti con ortopedici di tutta Italia e posso affermare quella fatta al Mater è stata molto approssimativa. Ho portato con me, naturalmente, tutti i referti delle visite di tutti gli anni precedenti.
In ogni caso il professionista ha prescritto una serie di esami “da fare nella stessa struttura per avere la possibilità – a suo dire – di visionarli subito in modo tale da studiare il caso e organizzare un percorso di recupero”.
Senza perdere tempo ho subito prenotato gli esami che sono stati eseguiti in data 24 maggio. Confidando sulla promessa di un suo immediato interessamento, nonostante mi avesse scritto il suo numero di cellulare sul referto, non ho voluto disturbarlo ma dopo avere atteso inutilmente una sua chiamata (da un suo collaboratore o altra persona incaricata), il giorno 31 maggio (come da cronologia delle chiamate allegate), ho iniziato a telefonargli senza mai ricevere risposta.
Dopo i tanti tentativi ho pensato di inviargli un SMS per informarlo del fatto che gli esami di mio figlio erano pronti. Nessuna risposta neanche per SMS.
Nel mese di giugno (come si evince dalla cronologia delle chiamate allegate), ho cercato di mettermi in contatto per ben 22 volte con il medico. Tra tutte queste chiamate ho ricevuto risposta per tre volte, la prime e la seconda per dirmi che ancora non aveva visto nulla, nella terza del 27 giugno mi riferiva che “voleva rivedere il ragazzo il 5 o 6 luglio per poi decidere cosa fare e che sarei stato subito contattato per definire i particolari”.
Naturalmente, è quasi inutile sottolinearlo, non sono stato contattato da nessuno, di conseguenza ho provato a ricontattarlo io il 15 luglio tramite SMS: tentativo vano. Ho fatto due ulteriori chiamate nei giorni 20 e 21 luglio, naturalmente senza ricevere risposta.
Ora, mi sia consentito di rilevare che questo comportamento, quando ormai sono passati quattro mesi dalla prima e unica visita, ci pone difronte a un caso del tutto simile a quello trattato in un vostro articolo precedente>. A questo punto, leggendo anche i commenti alla vostra indagine, mi sono reso conto di essere caduto anche io in un vortice vizioso. Si parte da una promessa, si fanno tutti gli esami e poi noi poveri pazienti non sappiamo più nulla. Se tutto ciò non è scandaloso quale altro aggettivo potrei usare?
Lettera firmata
Allegati screenshot delle chiamate e degli sms