OLBIA. La statua in gesso del Cristo risorto di San Paolo che ogni anno viene portato in processione è un dono per grazia ricevuta degli olbiesi Antonio e Giannina Dettori. Ha un posto privilegiato nella primaziale di Olbia dal 1965 e da allora viene portato in processione per le celebrazioni pasquali.
Tonino, penultimo di 6 figli, era gravemente malato. Aveva trascorso un anno in ospedale e per la sua guarigione i coniugi Dettori avevano fatto una promessa di devozione al Signore.
Quando il piccolo Tonino si riprese, Antonio, già membro della confraternita della Santa Croce e sua moglie Giannina andarono appositamente a Roma per sciogliere il voto. Si recarono nel negozio Arte Sacra di Francesco Rosa e fu un colpo di fulmine. Entrambi si innamorarono all’instante della statua in gesso modellato dipinta a mano del Cristo risorto. Fu imballata adeguatamente per affrontare il viaggio in nave Civitavecchia-Olbia.
Quando rientrano in città la statua fu tenuta in casa Dettori per una settimana e molti amici della coppia vollero vederla. Poi venne il momento solenne della consegna dell’ex voto: fu portata a San Paolo e consegnata a mons. Francesco Cimino. Da allora il Cristo risorto è parte integrante della chiesa.
“Questa statua fa parte della nostra famiglia – raccontano Anna Maria e Colomba, mentre Giovanna ha già lasciato la chiesa dopo il rientro in processione. Tutte è tre portano il velo delle consorelle della Santa Croce -. Per noi è come un fratello. Siamo cresciute con questo ricordo dei nostri genitori che lo portarono a Olbia per grazia ricevuta per la guarigione di nostro fratello Tonino. Il Cristo risorto noi lo consideriamo come un settimo fratello. Un figura fondamentale per la nostra famiglia alla quale rivolgiamo da sempre le nostre preghiere”.