Ai primi del mese, numeri alla mano, pensavamo che la Sardegna avrebbe potuto superare i tre mila contagi al 31 ottobre. Quasi non ne volevamo parlare perché ormai se fai informazione sul coronavirus vieni tacciato di terrorismo ma se non ne parli ti etichettano come insabbiatore complice del potere. Ovviamente, malgrado alcuni non siano d’accordo, ne parliamo tutti i giorni. Chi non vuol sentire è libero di buttare la mascherina e spegnere gli smartphone. Per loro ci sono interi pianeti piatti da esplorare e un mondo abitato da rettiliani.
Per tutti gli altri ci sono i numeri, non le opinioni. Ebbene la visione di inizio mese era ottimistica. Altro che 3 mila. A oggi il Covid ha colpito 5.617 persone residenti nell’isola. Per capire l’andamento basta dare un’occhiata al grafico che parte a marzo, con l’emergenza non ancora sfociata in pandemia, e arriva al picco di oggi. E per giunta il mese si chiude con il triste record dei decessi: 13 sardi sono morti oggi con il coronavirus. Solo nel mese di ottobre i decessi sono stati 73 (227 da marzo a oggi).
Ovviamente la convinzione generale è che a marzo si facessero meno tamponi. Questo è vero in termini assoluti ma occorre considerare l’incidenza. Vale al dire il rapporto tra i tamponi e i positivi reali (come vedremo a breve). In ogni caso eravamo proprio noi a chiedere di applicare il modello coreano. Ricordate? Volevamo tamponi a tappeto per tutti. “Meglio sapere come stanno le cose” piuttosto che accontentarsi di vedere solo la punta dell’iceberg quando tutti sanno che è ciò che non si vede che fa affondare le navi.
INCIDENZA: Facciamo un raffronto con il 31 marzo quando i positivi erano 722. I tamponi effettuati furono 5.257. Il che significa che ogni 100 tamponi 14 risultavano positivi. Oggi, 31 ottobre i tamponi effettuati sono 76.118 e i positivi solo nel mese di ottobre sono 5.400. Vale a dire che ogni 100 tamponi i positivi sono 7. Cioè la metà del marzo di lockdown. E questo è il dato che conta. E, probabilmente, è per questo motivo che non si parla di lockdown generalizzato…per ora. È chiaro che se il dato dovesse crescere ancora, con queste medie, sarà necessario correre ai ripari.
Per quanto riguarda i territori anche a ottobre c’è la “solita” triste costante della provincia di Sassari che, come ripetiamo fino alla nausea, contiene anche i dati di Olbia e della Gallura con 1.894 positivi.
Per concludere è sotto gli occhi di tutti il fatto che i sardi sono consci dell’arrivo della seconda ondata. A Olbia nelle ultime due settimane la gente sembra quasi sparita dalle piazze. Negli ultimi giorni sembra di essere tornati alla chiusura coatta. Vuoi vedere che la responsabilità della popolazione è superiore a ogni imposizione e arriva prima di qualsiasi ordinanza? Ciò che appare chiaro, a questo punto, è che la ripresa, purtroppo, dovrà attendere.