In questi giorni è stato unanime il cordoglio e il ricordo del principe Karim Aga Khan IV, scomparso martedì 4 febbraio 2025 a Lisbona, all’età di 88 anni. Capo spirituale dei musulmani sciiti ismailiti fino alla sua morte, Karim Aga Khan è ricordato in Sardegna per essere stato un uomo visionario e artefice, a partire dal 1962, di una delle località turistiche balneari più conosciute e apprezzate al mondo: la Costa Smeralda.
La Costa Smeralda viene citata e studiata nei manuali di storia del turismo come l’unico esempio di destinazione turistica totalmente pianificata a tavolino. I membri del Consorzio Costa Smeralda acquistarono dai proprietari terrieri locali le aree che sarebbero poi diventate Porto Cervo, Porto Cervo Marina, l’Hotel Cala di Volpe, l’Hotel Romazzino, l’Hotel Pitrizza e molte altre località divenute iconiche a livello mondiale.
Per realizzare questa destinazione fu necessario sviluppare infrastrutture di vario tipo: dalle strade asfaltate alla posa sotterranea dei cavi elettrici, dagli impianti fognari e di depurazione alla creazione di servizi per l’accoglienza di ospiti italiani e internazionali.
Il successo del progetto spinse il Consorzio Costa Smeralda a consolidare ed espandere le strutture ricettive esistenti e a creare nuove attività necessarie per la crescita e la longevità del comparto turistico.
Nel 1979 il piano di investimenti, presentato sei anni prima, fu modificato per adeguarsi alla nuova normativa regionale in materia urbanistica.
Il 1° febbraio 1983, dopo anni di contrasti sull’entità e la tipologia degli investimenti, il consorzio e la giunta regionale firmarono un protocollo d’intesa sullo sviluppo della Costa Smeralda, mentre il 17 ottobre 1983 venne approvata una variante al piano edilizio e al piano di fabbricazione del comune di Arzachena. Quest’ultimo recepì le direttive sulla nuova classificazione delle aree edificabili, con particolare riferimento alle zone F, di grande interesse turistico, soggette ai cosiddetti “studi di disciplina” e “piani particolareggiati ad hoc”.
Fu uno dei periodi più complessi per la Costa Smeralda, poiché il piano di fabbricazione del comune di Arzachena presentava molte divergenze rispetto al progetto iniziale del Consorzio Costa Smeralda. Quest’ultimo, ribattezzato Master Plan, nella versione aggiornata del 1979 prevedeva una volumetria di circa 6 milioni di metri cubi, mentre il comune intendeva puntare maggiormente sul settore alberghiero piuttosto che su quello residenziale, in conformità con la normativa urbanistica regionale che impediva nuove costruzioni a meno di 150 metri dal mare.
Venne così firmata un’intesa tra la Regione e il Consorzio Costa Smeralda, dalla quale però fu escluso il comune di Arzachena, il cui sindaco Martino Demuro presentò un ricorso al TAR. La disputa si protrasse per anni, senza però impedire la costruzione di nuove ville e complessi residenziali autorizzati da licenze edilizie concesse in precedenza.
Nel 1988 il TAR diede ragione al comune di Arzachena, sconfessando Regione e Consorzio e impedendo la realizzazione del Master Plan. Tuttavia, l’anno successivo, la Regione e il Consorzio presentarono ricorso al Consiglio di Stato, ritenendo illegittima la sentenza del TAR. Nel 2001, il Consiglio di Stato confermò definitivamente la decisione del TAR.
Nel 1994 venne presentato un nuovo Master Plan, molto ridimensionato rispetto al precedente. Le volumetrie calarono da 6 milioni a 2,5 milioni di metri cubi, con un totale di 20.000 posti letto, di cui circa 16.000 destinati a unità residenziali e il resto a strutture alberghiere di lusso e campi da golf.
Il Master Plan del 1994 prevedeva sviluppi in aree non antropizzate come Pevero, Monti Zoppu e Romazzino, con un piano di investimenti di 638.750 metri cubi. In aggiunta, includeva l’area compresa tra Cala di Volpe e Razza di Juncu, con la realizzazione di 1.177.750 metri cubi, destinati quasi interamente all’edilizia residenziale, e la creazione di un campo da golf vicino alla spiaggia di Liscia Ruja. Un ulteriore campo da golf era previsto nella zona tra Razza di Juncu e Portisco, nel comune di Olbia, con uno sviluppo di 555.000 metri cubi.
Il piano ottenne il consenso dei comuni di Arzachena e Olbia, ma non ricevette l’approvazione della Regione Sardegna, poiché, secondo la legge urbanistica regionale del 1993, nelle zone F non era più consentito costruire.
A causa di questa impasse e della mancata risposta della Regione Sardegna, l’Aga Khan annunciò nel 1998 il suo disimpegno come investitore, mantenendo solo il ruolo di presidente dello Yacht Club Costa Smeralda e di azionista di maggioranza della compagnia aerea Meridiana.
Il progetto dell’aeroporto ad Arzachena
Dopo la realizzazione del borgo di Porto Cervo e l’apertura dei primi hotel, era necessario dotare il territorio di un aeroporto in grado di accogliere adeguatamente gli ospiti della Costa Smeralda.
La prima idea del principe era costruire l’aeroporto nel territorio di Arzachena, in sostituzione dell’aeroporto di Olbia Venafiorita, sede della compagnia Alisarda.
L’area individuata comprendeva i terreni tra la prima parte della circonvallazione comunale, la località Picuccia (dove passa la Strada Provinciale 59 Arzachena-Porto Cervo) e la piana che conduce da Arzachena a Cannigione. Tuttavia, l’amministrazione comunale e molti cittadini non erano convinti del progetto, che avrebbe trasformato profondamente la vocazione agropastorale della zona.
Per questo motivo si optò per la realizzazione di un nuovo aeroporto a Olbia, inaugurato nel 1974 con il nome Costa Smeralda. A breve, come stabilito dall’ultima delibera della giunta comunale di Olbia, l’aeroporto verrà intitolato a Karim Aga Khan IV, l’uomo che lo ha reso possibile.