OLBiA. C’erano tanti bambini ai funerali di Gioele Putzu, il piccolo morto sul campo di calcio di Ozieri sotto il peso di una porta metallica. Alcuni tenevano in mano una rosa bianca, altri indossavano il kimono come i compagni della scuola Kan Judo di Olbia, mentre altri ancora, tra le lacrime, stringevano la mano della madre o del padre.
“Oggi le nostre parole umane sono povere e non possono consolare nessuno – ha detto padre Amedeo Salis, dei frati cappuccini di Sant’Ignazio da Laconi – ma stiamo facendo per Gioele la cosa più bella: lo stiamo accompagnando davanti al Signore con la preghiera”.
Presenti i sindaci di Olbia e Ozieri, con il gonfalone del comune logudorese al lato dell’altare, insieme alle forze di Polizia e dei Carabinieri delle due città. Erano presenti anche i Carabinieri della compagnia di Ozieri, i primi a intervenire sul luogo della disgrazia.
“Sarebbe stato giusto che tu fossi qui con i tuoi amici del Judo, oppure suonando la chitarra. Sarebbe bello sentire ancora le tue domande, perché sei così pieno di vita – ha continuato il frate parlando al presente direttamente a Gioele -. Quella vita che stai vivendo in pienezza. Per noi sarai sempre vivo. Avresti dovuto fare la prima comunione, ma ora sei con Gesù e nessuno potrà farti del male perché per noi sei importante. Ora hai tutto, anche le tue allergie sono sparite. Ciao campione, a presto in paradiso”.
La cerimonia si è conclusa con il passaggio della piccola bara bianca sottolineato da un lunghissimo e commovente applauso. Mentre i palloncini bianchi con il nome Gioele venivano liberati dai piccoli judoka è partita la canzone di Elisa “A modo tuo”, voluta dai genitori del bambino scomparso prima ancora di aver compiuto 10 anni.
Purtroppo dobbiamo segnalare che all’uscita dalla chiesa si sono registrati momenti di ingiustificato nervosismo con tanto di pesanti aggressioni verbali da parte di alcuni partecipanti alle esequie nei confronti dei fotografi dei giornali La Nuova e L’Unione “colpevoli” di aver scattato qualche foto, peraltro, fuori dal sagrato.