★VIDEO★ Olbia. A Sant’Ignazio da Laconi si sono celebrati i funerali di Francesco Pilu, 72 anni, anima e voce del gruppo etnico Cordas et Cannas. Alle esequie ha partecipato un folla di amici immensa che si è commossa durante l’esecuzione di Deus ti Salvet Maria di Gian Mario Virdis del Coro di Usini. Alcuni canti della liturgia sono stati eseguiti dai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu. Hanno partecipato anche tanti musicisti, tra questi Anna Maria Puggioni e Marco Piras dei Bertas. Per ricordare la figura di Francesco Pilu abbiamo chiesto un ricordo al giornalista/musicologo Giacomo Serreli:
Delle condizioni di salute di Francesco sapevo da tempo, ma si arriva comunque impreparati e si resta senza parole davanti alla notizia della sua scomparsa.
Lo scorso agosto lo attendevo con i Cordas et Cannas a Villaputzu per il festival delle launeddas il cui programma, con diretta su Videolina, prevedeva in chiusura proprio un concerto del gruppo olbiese.
La stessa mattina dell’evento vengo avvisato che Francesco non ce la fa: non è in grado di sostenere quella trasferta da Olbia, costretto com’è a letto e le sue condizioni di salute non sembravano offrire margini per un miglioramento.
Con Francesco abbiamo perso quella che è sempre stata per noi una bella persona; ma anche un artista di straordinaria generosità e disponibilità, ripagato da trasversali manifestazioni di affetto e ammirazione, davvero non comuni nella scena musicale isolana.
Lui, del resto, aveva contribuito in prima persona alla nascita dei Cordas et Cannas. Tutto prese forma dalle frequentazioni giovanili avute con Gesuino Deiana e con Andreino Marras nella piazza Regina Margherita di Olbia ma anche in quella casa di Ovilò, alla periferia della città, ospiti di un grafico appassionato di musica dove si consumavano interminabili discussioni e riflessioni sulle condizioni del mondo giovanile e della classe operaia.
Ma è lì che vede la luce il progetto di un gruppo musicale che proprio Francesco suggerisce di chiamare “Cannas e cordas”, perché fa largo impiego di strumenti a corda e a fiato, e lui stesso si diletta a costruirne.
Francesco Pilu ha un bellissimo e personalissimo timbro vocale: limpido e avvolgente, e lo accompagna suonando anche il flauto e l’organetto; poi anche le launeddas, ricevendo qualche suggerimento da un suonatore di Cabras, trunfa e armonica con la quale darà vita a torridi assolo nei concerti.
L’ambiente agropastorale di Padru, suo paese natale, facilita poi, specie in occasione delle sagre paesane, la sua immersione in suoni e canti, come il tenore, propri della tradizione sarda.
I tre a cavallo tra la fine del 1978 e gli inizi del 1979, si ritrovano a casa di Gesuino Deiana ad Olbia; di lì a poco ai tre si sarebbe aggiunto Bruno Piccinnu.
Ed è lì che innestano il primo repertorio del gruppo che a dire il vero ha poco di sardo agli inizi.
Ci sono infatti brani cantati in inglese, effetto delle frequentazioni con l’Inghilterra di Gesuino; motivi della tradizione francese e persino gitani per dare ampio spazio al violino di Andreino Marras.
Proprio in virtù di una conoscenza più approfondita dei motivi tradizionali sardi, Francesco è quello che con Gesuino imprime con autorevolezza una svolta nell’impostazione musicale del gruppo.
Si studiano i testi di poeti sardi; si costruiscono su questi le musiche, e nascono subito anche brani originali che si impongono per la loro energia, per la loro capacità di rileggere modernamente la tradizione.
È il caso di “Su falchittu” che basta da solo a imporre la straordinaria espressività del canto di Francesco, allora una delle voci più belle della scena isolana, irresistibile nel coinvolgere il pubblico dal palco.
Caratteristiche che emergono anche nelle prime produzioni del gruppo affidate a cassette disseminate tra il 1983 e il 1988 con titoli come “Cantos et musicas de sa Sardigna”, “Scalmentu”, dove Francesco in un brano, “Tula e pula”, evoca persino le grida dei ramai che passavano nella sua Padru, “Musicalimba”.
La sua voce è insomma uno degli elementi più distinguibili e affascinanti di quel progetto musicale.
Poi dal 1990 le prime esperienze all’estero, tra Europa e Stati Uniti, compresa una performance a New York promossa dalla Fondazione Maria Carta con anche Clara Murtas e Andrea Pisu.
Sino alla breve esperienza nel progetto “A cuncordu” con Piero Marras, Tazenda e tenores di Bitti approdato anche in Australia e Canada.
Ovunque Francesco è un frontman instancabile, inesauribile animale da palcoscenico.
Ma è anche spirito generoso, disponibile ad offrire questo suo straordinario talento per impreziosire progetti altrui.
Accompagna così il ritorno sulla scena di Marisa Sannia nel recupero di versi di Montanaru; la sua avvolgente voce è una gemma sonora all’interno di “Chelos de oro” incastonata nelle note della chitarra di Marino De Rosas.
Ma rivolge la sua attenzione anche alla giovane scena olbiese, per proporsi in progetti musicali che certo paiono agli antipodi rispetto al suo più congeniale ambito.
Lo coccolano così i Frizzanti, e gli Skasico, proprio la band degli inizi della carriera di Salmo, lo vogliono in un loro disco d’esordio dove suona l’armonica.
E in tempi più recenti sostiene il progetto di Andrea Columbano per un disco che coinvolge diversi artisti, dedicato al gallurese e che si avvale di un brano musicato e cantato da Francesco, “Chena sapè”.
Ed ancora nel 2019 ci sono le sue incursioni nell’album del chitarrista blues Francesco Piu “Crossing”.
Tutte collaborazioni che insieme ad altre confermano la figura di Francesco generoso e pronto a offrire emozioni e felicità in musica ogni qualvolta si potesse presentare l’occasione.
Generosità che non gli è estranea anche al di fuori della sua attività artistica e musicale. Il dedicarsi agli altri caratterizza l’impegno con Emergency e per chi, come lui, è segnato da impietosi mali.
Di Francesco vengono a mancarci in un colpo solo la magia della sua voce, la sua empatia nella quotidianità, la limpida e disinteressata generosità, il suo sincero affetto.
E sui palchi resterà un vuoto incolmabile. Dovremmo abituarci a rivivere, attraverso le sue registrazioni, audio e video, quelle emozioni che ci ha regalato in questi 40 anni.
Giacomo Serreli
Di seguito il video dei momenti più significativi dei funerali ▼