Olbia 22 settembre 2025 – Anche Olbia aderisce allo sciopero generale pro Palestina indetto da Usb e sindacati di base. Il corteo, organizzato in città da Non una di meno nord Sardegna e Pride Infogau, è partito da piazza Crispi. Un fiume di persone ha attraversato le vie centrali fino al municipio per dire “basta al genocidio a Gaza”.
Alla manifestazione, che si è aperta con gli interventi di Simona Bourala ed Ester Deriu, hanno partecipato anche tanti studenti e bambini. “Olbia sa da che parte stare – hanno detto le promotrici dell’iniziativa – e lo vogliamo gridare: fuori i criminali di guerra. Palestina libera”.
“Quello che sta accadendo in Palestina fa da spartiacque tra il mondo che abbiamo avuto e quello che vogliamo costruire – ha dichiarato nel suo intervento Paola Columbano (Non una di meno nord Sardegna) -. Non dobbiamo guardare al nostro giardinetto, alla nostra individualità. Solo con il denaro e gli interessi la vita umana perde valore. E noi come abbiamo fatto a fare accadere tutto questo senza alzare un dito? Come abbiamo potuto permettere che 20mila bambini morissero tra le bombe senza che i nostri governi alzassero un dito? Questo non è il mondo che vogliamo, è una cosa che ci riguarda tutti e tutte. Insieme costruiremo il mondo che verrà”.
Nel corso della manifestazione è stato ribadito il pieno sostegno alla Global Sumud Flotilla e agli attivisti pro Palestina che hanno ricevuto un foglio di via dal comune di Olbia in seguito alla manifestazione dello scorso 31 agosto in aeroporto. “Le recenti interviste rilasciate da Trump e dal ministro Salvini sono vergognose – ha proseguito Columbano -. ‘Non una di meno nord Sardegna’ è intersezionale. Significa prendere parte quando c’è un’ingiustizia. Vivere, avere una casa dove dormire sereni è un privilegio. Dobbiamo usarlo per difendere i diritti di chi questo privilegio non ce l’ha più. A Gaza resistono da 77 anni, non è iniziato tutto un anno fa. Non possiamo cadere nello sconforto, non possiamo dire non che non cambieremo niente. Dobbiamo agire con ogni mezzo a disposizione, dobbiamo bloccare tutto, fermare il Paese affinché il governo ci dia delle risposte ora e subito”.
































