La Goletta Verde a Olbia, ormeggiata al molo Brin, è stata l’occasione per un confronto sui cambiamenti climatici e, nel focus locale, sulla mancanza di un piano di sicurezza idraulica a otto anni dall’alluvione che seminò morte e distruzione in città. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale dell’ambiente, Gianni Lampis, il deputato del M5S Nardo Marino, gli amministratori di diversi comuni colpiti dalle alluvioni degli ultimi anni, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi e il candidato a sindaco della Grande coalizione civica Augusto Navone.
“Le occasioni di spesa fornite dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) risultano fondamentali per una concreta programmazione degli interventi e delle infrastrutture da realizzare – ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis -. Al fianco delle Istituzioni, le associazioni ambientaliste svolgono un importante compito di stimolo e di collaborazione”.
Sul piano nazionale il deputato Nardo Marino ha detto che “per il dissesto idrogeologico sono disponibili circa 3,6 miliardi ma per mettere in sicurezza l’intero Paese occorrono 65 miliardi. Per quanto riguarda Il caso Olbia – ha detto Marino – è amaro constatare che la situazione sia ancora così. Ho chiesto rassicurazioni al Ministero dell’ambiente per mantenere i finanziamenti disponibili per Olbia ma resta il fatto che a oggi il piano non c’è. Da questa sede lancio un appello affinché si trovi al più presto una soluzione al problema”.
Come era prevedibile, il piano di mitigazione del rischio idrogeologico, di cui la città, otto anni dopo la prima alluvione è ancora sprovvisto, è stato al centro della prima parte del dibattito. Nizzi, chiamato in causa dai referenti di Legambiente sullo stato dei lavori dell’abbattimento delle opere incongrue ha risposto elencando i lavori fatti negli ultimi anni. “Molte le abbiamo realizzate, alcune sono state appaltate e tre sono in fase di progettazione perché in contrasto con il piano”.
C’è stato anche un botta e risposta tra il primo cittadino e i relatori dell’associazione ambientalista con Nizzi che ha ricordato come lo scorso anno aveva definito la posizione di Legambiente, rispetto al Piano Mancini, “politicizzata”. Accuse prontamente rispedite al mittente dalla presidente regionale, Annalisa Colombu: “Sulle questioni tecniche ci confrontiamo con grandi esperti in tutto il Paese. Non si può dire che Legambiente basi le sue affermazioni su posizioni ideologiche o politiche”.
“Il Piano Mancini, per fortuna, è stato cassato – ha detto il sindaco -. Nel 2017 abbiamo approvato il piano alternativo e lo abbiamo proposto alla Regione e agli enti preposti ma solo nel dicembre 2020 è stata dichiarata ufficialmente la fine del Piano Mancini poiché inconciliabile con la città di Olbia. Un piano sbagliato come principi ispiratori, in contrasto con la nostra comunità e che prevedeva l’allargamento a dismisura dei canali, rendendo inabitabili molte case”.
Nizzi ha sottolineato che “Il piano alternativo esiste ed è all’attenzione degli organi competenti. Ora siamo allo stato zero. Ci si incontra e si decide ma non in contrasto con l’amministrazione, non in contrasto con la città. Auspichiamo di essere convocati quanto prima dalla Regione”.
“Occorrerebbe avere l’umiltà di ascoltare perché non esistono pensieri unici – ha detto a seguire il candidato a sindaco per la Grande Coalizione Augusto Navone che ha parlato dopo che il sindaco Nizzi ha lasciato l’incontro -. Vorrei ricordare che l’inciampo del Piano Mancini, al di là della fattibilità, non è stato sulla struttura idraulica ma perché non c’erano risposte adeguate sullo smaltimento dei materiali di scavo”.
Navone ha sottolineato che il problema della difesa idraulica nelle città può avere risvolti giudiziari: “Oggi ci sono due amministratori imputati a processo penale accusati di non essersi adoperati per la messa in sicurezza della loro città e non avevano né soldi né piani. Qui si sono entrambi. Per questo ritengo impensabile che a otto anni dall’alluvione con un finanziamento assegnato di 150 milioni siamo ancora in questo stato. Io stigmatizzo che un sindaco venga qui, parli e se ne vada. Non va bene. Sposo quanto ha detto l’assessore Salaris: “Probabilmente dobbiamo perseguire una terza ipotesi” e va bene, ma dobbiamo fare in fretta, non si può aspettare ancora”.