Si è appena conclusa Olbia–Lodigiani, una gara dai molteplici volti. Nel primo tempo i padroni di casa sono apparsi contratti e poco incisivi, andando al riposo sotto di una rete. Ben diversa la ripresa, almeno nella sua prima parte: i bianchi hanno mostrato brillantezza, ordine tattico e spirito offensivo, ribaltando l’inerzia dell’incontro. Negli ultimi dieci minuti, però, la squadra è apparsa stanca, costretta a difendere con generosità il vantaggio conquistato. Alla fine, con sacrificio e determinazione, l’Olbia è riuscita a portare a casa l’intera posta in palio.
In sala stampa si è presentato un Gian Carlo Favarin cordiale come di consueto, visibilmente provato dopo novanta minuti trascorsi a spronare i suoi dalla panchina, ma soddisfatto per il risultato. Consapevole delle difficoltà che la società sta attraversando, l’allenatore non nasconde l’orgoglio per la prova dei suoi uomini e con tono pacato, da vero signore del calcio, ha risposto a tutte le domande della stampa.
Mister una vittoria sofferta? “Sì, è stata senza dubbio una vittoria sofferta, ma l’importante è vincere: va sempre bene così. Certi incontri si portano a casa solo attraverso il sacrificio. Nel primo tempo abbiamo forse fatto un po’ di accademia, anche a causa della stanchezza accumulata dopo la gara di sabato. Nella ripresa, invece, la squadra ha cambiato marcia e ha meritato pienamente il successo”.
Ha fatto dei clamorosi cambi già dal primo tempo? “È una situazione normale: quando si scende in campo e non si è al meglio — che sia al primo minuto o al trentesimo — spetta a me intervenire per dare un cambio di passo. Ho notato chiaramente alcune difficoltà sulla corsia di destra e ho cercato di porvi rimedio. Nella ripresa ho inserito Furtado, un giocatore con caratteristiche diverse rispetto a Deiana Testoni, che abbiamo adattato in quel ruolo e che può essere molto utile soprattutto nelle gare in trasferta. In casa, invece, quando c’è bisogno di fare la partita, è evidente che un attaccante di ruolo riesce a far girare meglio tutta la squadra”.
Bene anche Saggia e Putzu due ragazzi olbiesi che muoiono dalla voglia di giocare? “ Si vero, questo è il merito che hanno i miei ragazzi, ho un bel gruppo che è già squadra e tutti stanno lavorando con umiltà consapevoli che quando vengono mandati in campo devono cercare di cambiare la partita. Oggi ho voluto dare continuità alla squadra vincente sabato scorso ma è chiaro che ci manca un po’ di partita sulle gambe e ci sta che qualcuno può aver sbagliato l’approccio alla partita ma nessun dramma”.
All’inizio della preparazione avrebbe mai scommesso che una squadra allestita in extremis, tra tante difficoltà, potesse trovarsi già dopo sole quattro partite nella parte alta della classifica? “Certo. Avrei vinto la scommessa e aggiungo che, seppure nella fase finale gli avversari hanno fatto di tutto per agguantare il pareggio, non ho mai temuto di pareggiare”.
La gara è stata poi ribaltata nell’intervallo. Cosa ha detto ai suoi ragazzi nello spogliatoio? “Questo non si può dire – sorride – diciamo che abbiamo dato le indicazioni giuste a chi non stava facendo bene il proprio dovere. Poi ogni tanto una strigliata ci vuole “.
Cosa ci dice a proposito del gol di vantaggio degli avversari? “Ci sono stati due errori, intanto la punizione al limite dell’area, questi sono falli banali che non possono essere fatti in quel modo, poi ha sbagliato il portiere nella respinta ma anche i difensori che non sono arrivati prima sulla palla. La caratteristica importante che una squadra deve avere è il carattere”.
Si dice però che una squadra ha in campo lo stesso carattere che ha il suo allenatore. “L’allenatore fa poco, sono i giocatori che fanno la partita io posso dare delle indicazioni ma sono calciatori che determinano, sono loro che fanno diventare bravo un allenatore o lo fanno cacciare via”.
Con il sorriso e la consueta franchezza, mister Favarin ha ribadito l’importanza del carattere e dello spirito di sacrificio, qualità che l’Olbia ha dimostrato anche contro la Lodigiani. Una vittoria sofferta, sì, ma che conferma la solidità di un gruppo capace di reagire alle difficoltà e di guardare con curiosità alle prossime sfide.
































