
Il 15 maggio è il giorno in cui la comunità di Olbia si stringe intorno al suo protettore. Un rito antico che ruota intorno alla figura di Simplicio protovescovo della città e martire sotto l’imperatore Diocleziano. San Simplicio divenne il Patrono della diocesi di Civita, nata dall’antica diocesi di Fausania, tra le prime istituite nell’Isola, eretta già nel IV secolo. Oltre al martire Simplicio, ucciso nel 304, l’unico vescovo documentato di Fausania è Vittore le cui celebrazioni si svolgono la settimana precedente alla “Festa manna de mesu maju”.
La città, come ogni anno, viene svegliata dalla banda musicale Felicino Mibelli che, nella cosiddetta “Diana” fa “il giro delle chiese” e dà il buongiorno alle 6:30, entrando fisicamente nella sua casa, al primo cittadino Gianni Giovannelli. La tradizione vuole che il sindaco prepari caffè e pasticcini e li offra ai musicisti e ai membri del comitato per i festeggiamenti guidato dal presidente Lucio Petta.
Alle 11:00 il vesovo Sanguinetti celebrerà la messa di San Simplicio. Se le condizioni meteo lo consentiranno, verrà celebrata all’aperto sul sagrato della chiesa.
L’appuntamento clou è per le ore 18:00 quanto gli olbiesi usciranno di casa per andare incontro alla statua a busto intero di San Simplicio. Come ogni anno saranno gli uomini del gruppo folk olbiese a portare a spalla la statua lignea del Patrono.
Davanti al municipio, dopo che il corteo attraverserà il lungomare di via Redipuglia, i Vigili del Fuoco lanceranno petali di rose dall’alto di una scala antincendio. Nello stesso momento il Coro di Loiri intonerà un canto dedicato alla Madonna disponendosi in cerchio intorno al Santo mentre la processione si fermerà in silenzio.
Sarà l’unico momento di pausa. Il vescovo mons. Sebastiano Sanguinetti, seguito dal parroco della basilica minore dedicata al Patrono di Olbia, don Giovanni Debidda, guiderà i fedeli verso il ritorno in chiesa attraverso la grande scalinata di via D’Annunzio.
Per entrare nel clima della festa religiosa, vi proponiamo il filmato della processione del 2014. Sei mesi prima, è bene non dimenticarlo, la città aveva subito il più grande disastro naturale della sua antichissima storia: l’alluvione del novembre 2013.